Mediaset, Berlusconi condannato a 4 anni per frode fiscale

Milano, 26 ott. (LaPresse) – Silvio Berlusconi è stato condannato a 4 anni per frode fiscale, tre dei quali condonati grazie all’indulto, nell’ambito del processo Mediaset su presunte irregolarità nella compravendita dei diritti tv e cinematografici. Per lui i pm avevano chiesto una pena di 3 anni e 8 mesi. Il presunto socio occulto di Berlusconi, il produttore Frank Agrama, è stato condannato a 3 anni di reclusione per frode fiscale. La richiesta per lui era di 3 anni e 8 mesi. Assolto, invece, Fedele Confalonieri, per non avere commesso il fatto. Per lui i pm avevano chiesto 3 anni e 4 mesi.

Per Berlusconi i giudici hanno anche disposto come pene accessorie una condanna a cinque anni di interdizione dai pubblici uffici e a tre anni di interdizione dagli uffici direttivi delle imprese. In ogni caso la condanna diventerà esecutiva solo quando la sentenza passerà in giudicato, dopo il terzo grado di giudizio.

Silvio Berlusconi dovrà versare, in solido con tutti gli imputati condannati, la somma di 10 milioni di euro come provvisionale all’Agenzia delle Entrate, che si era costituita parte civile nel processo Mediaset. Si tratta di una provvisionale e il risarcimento complessivo dovrà essere liquidato in sede civile.

MOTIVAZIONI SENTENZA. Il “sistema” dei diritti tv generava “un’evasione fiscale enorme per far uscire denaro da Fininvest e Mediaset a favore di Silvio Berlusconi”. Lo hanno scritto i giudici della prima sezione penale del Tribuanle di Milano nelle motivazioni della sentenza Mediaset, di cui il presidente Edoardo D’Avossa ha dato lettura. Per i giudici che si sono occupati del caso Mediaset “è pacifica e diretta la riferibilità a Berlusconi del sistema illecito” messo in piedi attraverso la compravendita di diritti tv. “Non è possibile che un qualsiasi dirigente Fininvest o Mediaset abbia potuto congegnare un sistema così ramificato sul territorio mondiale – scrivono nelle motivazioni della sentenza – e per un arco di tempo così lungo”, dato che il meccanismo si è protratto anche dopo che l’ex presidente del Consiglio ha deciso di entrare in politica. “Il frutto dell’evasione fiscale – secondo il collegio giudicante – confluì da Fininvest prima e Mediaset poi nelle tasche personali di Berlusconi”. Proprio per questo Berlusconi in questo processo era accusato anche di appropriazione indebita e falso in bilancio, reati per i quali negli anni è stata dichiarata la prescrizione.

Per i giudici della prima sezione penale del tribunale di Milano il sistema messo in piedi da Silvio Berlusconi per l’acquisto dei diritti tv da parte del gruppo Mediaset rientra in un “preciso progetto di evasione che si è esplicitato in un arco temporale molto ampio, in un vasto ambito territoriale e con modalità molto sofisticate” che hanno consentito la creazione di “fondi occulti”. Per i giudici, che hanno condannato Berlusconi a 4 anni di reclusione per frode fiscale, “si tratta di un sistema che è stato congegnato e strutturato con mezzi e modalità tali da richiedere un apporto che non può provenire da un soggetto con limitati mezzi e privo di potere indiscusso e generale, necessario per alimentare ovunque ve ne fosse la necessità l’operatività del meccanismo delittuoso”. L’ideatore del sistema, quindi, non può che essere Berlusconi visto che il meccanismo messo in piedi “ha richiesto l’intervento di fiduciari stranieri di alto livello (Mills, Del Bue) a loro volta certo lautamente remunerati per il lavoro svolto; l’apertura di numerosissimi conti correnti presso banche ubicate in vari Paesi; la creazione di numerose società all’estero; la contestuale movimentazione di ingentissime somme di denaro; il coinvolgimento di una pluralità di collaboratori; il raggiungimento di accordi illeciti con soggetti inizialmente estranei alla propria sfera di inflenza”. Per questi motivi, aggiungono i giudici “non è dunque verosimile che qualche dirigente Fininvest/Mediaset abbia organizzato un sistema come quello accertato e, soprattutto, che la società abbia subito per vent’anni truffe per milioni di euro senza accorgersene”.

I giudici, inoltre, nel calcolare la condanna a quattro anni per frode fiscale a Berlusconi, hanno ritenuto che sia necessario “considerare il suo ruolo di direzione e di ideatore fin dai primordi del gruppo di una attività delittuosa tesa a una scientifica e sistematica evasione di portata eccezionale”. Nella motivazioni della sentenza sul caso Mediaset è scritto anche che “va considerata la particolare capacità a delinquere dimostrata nell’esecuzione del disegno, consistito nell’architettare un complesso meccanismo fraudolento ramificato in infiniti paradisi fiscali, con miriadi di società satelliti e conti correnti costituiti esclusivamente in funzione delittuoso”. Senza contare “che dalla suddetta attività è conseguita per l’imputato una immensa disponibilità economica all’estero – precisano i giudici – in danno non solo dello Stato, ma anche di Mediaset, in termini di concorrenza sleale, delle altre società del settore”. Tutto questo sarebbe stato messo in atto “coinvolgendo nell’attività criminosa quasi tutti i suoi più stretti collaboratori”, aggiungono i giudici nelle motivazioni della sentenza, precisando che proprio per questo all’ex presidente del Consiglio non vengono concesse le “attenuanti generiche” e che il suo comportamento “comporta una pena che sia giustamente proporzionata al grado criminoso dell’attività svolta”.

Infine i giudici hanno riconosciuto che “nessuno dei testi sentiti in dibattimento ha riferito non tanto di un coinvolgimento di Confalonieri nei fatti di cui si discute, ma nemmeno anche solo di un diretto interessamento del settore dei diritti (tv e cinematografici – ndr.), presidiato, invece, in via assoluta e con diretto rapporto da Berlusconi” e dal manager Mediaset Carlo Bernasconi”.

LE REAZIONI. “Fedele Confalonieri – ha detto Vittorio Virga, il legale del manager di fiducia del Cavaliere – è dispiaciuto per Silvio Berlusconi e per sè è moderatamente contento”. “Dopo 11 anni di processo – ha aggiunto – si scopre che Confalonieri non ha commesso il fatto. Che dobbiamo fare, dobbiamo chiedere un risarcimento?”.

“Non insistete, ora non faccio nessuna dichiarazione. Prima voglio ascoltare le motivazioni della sentenza”. Il legale di Silvio Berlusconi, Niccolò Ghedini non ha voluto commentare in alcun modo la condanna a 4 mesi per il suo assistito. L’avvocato e parlamentare Pdl si è allontanato dall’aula nel corso della lettura delle motivazioni da parte dei giudici della prima sezione penale di Milano.

Per il segretario politico del Pdl, Angelino Alfano, si tratta “dell’ennesima prova di accanimento giudiziario nei confronti del presidente Silvio Berlusconi. Una condanna inaspettata e incomprensibile con sanzioni principali e accessorie iperboliche. Siamo certi che i prossimi gradi di giudizio gli daranno ragione e speriamo che questi giudizi giungano in fretta”.