Roma, 11 ott. (LaPresse) – Serve “un immediato intervento legislativo per ridurre i costi della politica nelle Regioni e stroncare intollerabili fenomeni di abuso del denaro pubblico e di malcostume”. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, torna a parlare della corruzione in ambito politico, anche alla luce dei recenti scandali che hanno coinvolto il Lazio e la Lombardia, e lo fa durante l’incontro con una rappresentanza della conferenza delle Regioni e delle Province autonome, ricevuta oggi al Quirinale. Un appello, quello del Capo dello Stato, volto anche all’esigenza “di un ampio sforzo di chiarificazione di fronte all’emergere, nel dibattito pubblico, di interpretazioni unilaterali e sommarie – con accenti liquidatori nei confronti dell’attività e del ruolo delle Regioni – dei maggiori problemi oggi all’attenzione del governo e del Parlamento”.

Problemi che riguardano “il riequilibrio della finanza pubblica e di adeguamento degli assetti istituzionali”. Di fronte alla necessità di un intervento della politica e delle istituzioni, però, Napolitano specifica che “non sono in questione i principi fondamentali della Costituzione e in particolare quello che nell’articolo 5 associa l’unità e indivisibilità della Repubblica alla promozione e al riconoscimento delle autonomie locali”, ma “gli assetti e gli equilibri istituzionali delineati nella Seconda Parte della Carta, che da lungo tempo si è convenuto di dover sottoporre a interventi di riforma, a modifiche ben motivate”. Il timore è, per il presidente della Repubblica, che “anche la presente legislatura” si chiuda senza “intese risolutive”, nonostante i suoi numerosi moniti in questa direzione.

Da qui la necessità, osserva Napolitano di una “rapida, positiva conclusione del confronto in atto per il completamento del processo di riordino delle Province” e, allo stesso tempo, anche di “una revisione della riforma del Titolo V varata nel 2001”, finora rimasta “irrisolta”. “La proposta di legge costituzionale approvata a questo proposito dal governo – dice il presidente – costituisce una prima parziale risposta su cui spetterà al Parlamento pronunciarsi. Ed è ugualmente al Parlamento, oltre che al governo, che le Regioni potranno rappresentare le loro preoccupazioni circa le modalità del contributo che esse sono doverosamente chiamate ancora a dare al consolidamento dei conti pubblici e alla stabilità finanziaria, attraverso misure urgenti e attraverso scelte lungimiranti di razionalizzazione e di disciplina unitaria della gestione complessiva delle risorse disponibili”.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata