Roma, 4 ott. (LaPresse) – “Oggi il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge sulla trasparenza dei costi degli apparati degli enti locali”, un provvedimento che si è reso necessario dopo “eventi inqualificabili” ed è un provvedimento “richiesto dai presidenti delle Regioni e dagli stessi cittadini, indignati che a loro si richiedano sacrifici spesso anche pesanti mentre il mondo che ruota attorno alla politica sembra esserne esente”. È al termine di un lungo Consiglio dei ministri, spezzato in due tronconi, che il premier Mario Monti annuncia così l’approvazione del decreto che risponde alle esigenze e alle attese dei cittadini italiani dopo gli scandali che hanno coinvolto i consigli regionali di Lazio e Piemonte nelle ultime settimane. Un provvedimento che taglia i fondi ai monogruppi, impone alle Regioni di dimezzare i consiglieri entro 6 mesi, pena lo scioglimento degli organismi elettivi, adegua i fondi ai gruppi ai livelli più “virtuosi” e rende ineleggibili per 10 anni gli amministratori responsabili di dissesti. “L’opinione pubblica – ha riconosciuto il professore – è sgomenta di fronte a fatti che minano la reputazione del nostro Paese la sua credibilità e lo sforzo che stiamo facendo tutti perché il ruolo dell’Italia come grande Paese civile e democratico, venga pienamente riconosciuto a livello internazionale”. Sottolineando che “la lotta all’evasione e contro la corruzione fanno parte essenziale del programma di questo governo”, il premier si è augurato che “il provvedimento anti-corruzione sia approvato definitivamente”. “Siamo impegnati a far crescere il rispetto per l’Italia ed é un lavoro che richiede una grande presenza nella sedi internazionali per spiegare che l’immagine dell’Italia non corrisponde ai pregiudizi con cui spesso la si dipinge”, ricorda il professore che a vedere vanificato il suo lavoro di ricostruzione dell’immagine dell’Italia all’estero non ci sta: “Possiamo immaginare quale effetto può avere sulla percezione del nostro paese quando si verificano episodi più o meno clamorosi di evasione fiscale o corruzioneo di festini inqualificabili come quelli di cui è emersa traccia nei tempi più recenti. Che cosa può pensare un cittadino straniero quando vede scorrere certe immagini alla televisione. Per l’Italia è un danno incalcolabile”. Con questo provvedimento, sottolinea, “cerchiamo di porre un argine concreto allo sperpero del denaro pubblico che invece di essere usato per migliorare la res publica spesso è utilizzato come res privata, perdendo di vista il fine della politica”. Quello approvato oggi, ha voluto sottolineare Monti è un provvedimento che cambierà il modo di fare politica” e consentirà di “arginare la crescente e preoccupante disaffezione” verso la politica. “Come più volte sottolineato dal Capo dello Stato – ha aggiunto – occorre che vi sia una presa di coscienza tra le forze della scena politica, di chi detiene le cariche pubbliche, che vi sia un salto di qualità nel rapporto eletti-elettori e che la questione dell’incompatibiltà di certi comportamenti sia messa nell’agenda politica, non in chiave retorica o come strumento di delegittimazione reciproca, ma come principio fondante e da tutti condiviso della politica stessa”, perché “rigore non è solo imposizione di sacrifici necessari ma anche l’imposizione di un comportamento più adeguato a tutti noi che abbiamo responsabilità della cosa comune”. Quantificare il risparmio generato per le casse dello Stato da questo provvedimento, hanno spiegato Monti e il ministro all’Economia, Vittorio Grilli, sarà possibile martedì, quando verrà presentato il Patto di stabilità interno, ma ha voluto sottolineare il premier chiudendo la conferenza stampa, “oltre al risparmio di denaro pubblico è molto più importante che si risparmi una cosa che vale più del denaro, che è la distruzione del rapporto fiduciario tra cittadini e istituzioni”.