Roma, 4 ott. (LaPresse) – “Se una persona è responsabile e viene condannata e questo la rende incompatibile con la guida della Regione ne prendiamo atto. Abbiamo preso un impegno con Formigoni e lo rispetteremo finché sarà possibile”. Lo ha detto il segretario della Lega, Roberto Maroni, intervenendo a ‘La telefonata’ su Canale 5, commentando la condanna di Pierangelo Daccò per il dissesto finanziario del San Raffaele.
Belpietro chiede quindi a Maroni se la Lega abbia intenzione di allearsi col nuovo movimento dell’ex ministro dell’Economia. “Tremonti è una persona che stimo, con cui ho collaborato molto”, risponde, ma “noi trattiamo con i partiti, non con le persone. Vediamo cosa farà. Sulla vecchia ipotesi di un ingresso di Tremonti nel Carroccio, Maroni spiega: “Rispetto a chi viene da fuori preferisco investire sui giovani”. “Chi entra nella Lega – aggiunge – deve fare tutta la trafila da socio ordinario fino su al vertice. Se qualcuno vuole fare il percorso con noi ben venga”. Ma “proprio a causa delle cose che sono successe”, sottolinea Maroni riferendosi al caso del figlio del Senatur, Renzo Bossi, occorre un rigido rispetto delle regole “e le regole sono che viene premiato il merito e l’appartenenza al movimento”.
“Se andare a Roma a candidarsi – ha continuato poi – è un dibattito in corso. Decideremo cosa conviene fare per il partito anche in base alla legge elettorale”, ha aggiunto, spiegando la nuova strategia del Carroccio. “La Lega – ha detto Maroni – deve diventare il primo partito del Nord e da lì esercitare pressione su qualsiasi Governo ci sia per ottenere il federalismo”. Il Carroccio, ha spiegato, si prepara a correre da solo e non è allo studio alcuna ipotesi di nuova alleanza col Pdl: “Il Pdl – ha detto – è ancora una incognita. Noi siamo all’opposizione. Il Pdl sostiene il governo Monti e ha votato a favore della reintroduzione dell’Imu. Mi sembrerebbe innaturale allearsi con questo partito, e questo è sotto gli occhi di tutti. O il Pdl – ha concluso – stacca la spina al governo Monti e ritorna a fare e a dire quello che faceva prima” oppure non c’è possibilità di un accordo politico tra le due formazioni.