Fondi Pdl, Fiorito a gip: I soldi mi spettavano per attività politica

Roma, 4 ott. (LaPresse) – Un interrogatorio breve che ha, in sostanza, ricalcato e ribadito le posizioni già espresse. Franco Fiorito è stato per tre ore davanti al gip Stefano Aprile che due giorni fa ha firmato l’ordine di custodia cautelare. Un unico filo conduttore: i soldi che gli inquirenti gli contestano come appropriazione personale “mi spettavamo ed erano destinati alle attività politiche”. Non cambia la sua versione, l’ex capogruppo del Pdl alla regione Lazio e assistito dai suoi avvocati, Carlo Taormina ed Enrico Pavia, che hanno lasciato Regina Coeli senza rilasciare dichiarazioni, e punta il dito contro i suoi rivali di sempre. Tra questi il presidente del consiglio regionale Mario Abbruzzese. Parlando della descrizione della gestione dei fondi, il politico ha in sostanza ribadito che tutti sapevano e tra questi proprio Abbruzzese. Anche lui ciociaro, collega di partito ma di altra area, sarebbe stato a conoscenza di come i soldi venivano spartiti e avrebbe fatto in modo che i relativi fondi venissero accantonati nelle casse della Regione per soddisfare le esigenze dei consiglieri ‘richiedenti’.

Tra coloro che sarebbero stati invece a conoscenza il riferimento è ai quattro componenti della commissione bilancio del suo gruppo: Romolo Del Balzo, Ernesto Irmici (portavoce dell’onorevole Fabrizio Cicchitto) Stefano Galetto e Andrea Bernaudo. I quattro però avrebbero preferito non optare per una doppia quota, ma per una “erogazione di eventi” della presidenza del consiglio della Regione. Accuse sono state ribadite anche contro l’avversario di sempre, Francesco Battistoni. Poi, rispondendo al giudice che gli contestava un ingiustificato arricchimento personale di oltre un milione e 300mila euro, Fiorito ha spiegato che “quel denaro mi spettava e che sarebbe stato utilizzato in buona parte per finalità politiche e che tutto sarebbe stato rendicontato”. Quanto alla tripla indennità, Fiorito ha ammesso che la somma mensile era ingente, ma, in virtù dei numerosi incarichi ricoperti in Regione e considerato anche l’aumento del budget disposto dalle varie delibere, anche l’importo incassato a fine mese cresceva automaticamente. Intanto continua l’attività investigativa. E mentre il 9 il Riesame si pronuncerà sulla scarcercazione, i legali dell’ex sindaco di Anagni hanno inoltrato la richiesta anche al gip che si è riservato.

E poco prima dell’inizio dell’interrogatorio, il nucleo di polizia valutaria della Guardia di Finanza, lo stesso che ha eseguito l’arresto, ha messo i sigilli ai beni del politico. Si tratta della villa al Circeo, di 11 conti correnti, 7 italiani e 4 spagnoli, per una somma di un milione di euro, e delle 3 auto finite nel mirino dell’inchiesta: ossia la Smart, una jeep e la Bmw che, stando a quanto si evince dall’ordinanza, Fiorito aveva acquistato durante la straordinaria nevicata su Roma del febbraio di quest’anno. I quattro conto correnti esteri, sono quelli di Tenerife, Madrid, Santa Cruz e La Coruna e la casa a San Felice Circeo è sua dal 28 novembre dello scorso anno. E’ parte di una quadrifamiliare con vista sulle isole ponziane, pagata 700mila euro grazie al fatto che l’immobile risulta ‘in sanatoria’. Sono state apportate, dalla precedente proprietaria, modifiche per le quali è stato chiesto un condono impossibile.