Torna Tremonti: Senza Governi eletti non c’è democrazia

Roma, 3 ott. (LaPresse) – Quaranta proposte e tante pagine bianche per le riflessioni che possono nascere da un dialogo e un confronto, aperto soprattutto ai giovani. E’ la nuova proposta politica dell’ex ministro Giulio Tremonti che il prossimo week-end presenterà il suo ‘manifesto’ a Riccione. Nel corso della conferenza stampa sul programma della due giorni, l’ex superministro del Governo Berlusconi chiarisce: “Io sicuramente mi candido e vogliamo entrare in Parlamento con tanti giovani e chi avrà incarichi politici dovrà guadagnare meno dei precari. Ai giovani dovremmo trasmettere informazioni e esperienze”. Il manifesto che verrà presentato domenica 7 al Palacongressi di Riccione é praticamente pronto, ciò che manca ancora sono il nome e il simbolo del nuovo soggetto politico che intende lanciare. “Dobbiamo decidere tra ‘Avanti Insieme’ che evoca l’esperienza socialista e cattolica e ‘ Lista Lavoro e Libertà”, spiega Tremonti.

“Tutti e due i simboli – aggiunge – li ho disegnati io”.”Sulle tattiche non sono molto bravo ma sugli scenari ci prendo”, ammette Tremonti e divertendosi a tratteggiare quelli che potrebbero venir fuori dalle urne alle prossime politiche, l’ex titolare del Tesoro, spiega che tra le scelte a disposizione degli elettori c’è l’astensionismo: “più si va verso la Regione Lazio – ironizza – più l’astensionismo sale”. E poi c’è l’area dei vecchi partiti: “con il 24 % o il 16% – spiega – si può anche arrivare in Parlamento ma non si va avanti: i grandi problemi non si gestiscono con i piccoli numeri”. Sul capitolo alleanze, Tremonti non si sbilancia “staremo insieme a chi condivide i nostri 40 punti. Quello che conta sono i contenuti e le idee”.

“Con Berlusconi nessun astio”, rassicura l’ex ministro, mentre su Grillo e i grillini spiega: “Non sono tra coloro che considera il movimento fuori dalla democrazia ma certo non lo voterei”. Senza anticipare i contenuti del manifesto che presenterà a Riccione, conclude: “L’unico modo che il paese ha di uscire dall’anormalità è avere un governo eletto dai cittadini. Ora in Parlamento non c’è più democrazie e dibattito, i provvedimenti passano tutti con le fiducie”. È per questa ragione che dice di “frequentare poco il Parlamento” e, sorridendo, a chi gli chiede se in questo scorcio di legislatura cambierà la posizione nell’emiciclo di Montecitorio, risponde: “Non credo che serva cambiare posto se la si pensa diversamente, basta votare contro”.