Milano, 1 ott. (LaPresse) – “Ribadisco la mia totale estraneità ai fatti che mi sono contestati. Non ho mai ricevuto illecitamente denaro dagli imprenditori, né per me, né per i partiti di cui ho fatto parte. Non ho conti correnti all’estero”. Lo sostiene Filippo Penati in una nota in cui precisa di voler subito il processo con il rito immediato. “I risultati dell’inchiesta che mi riguarda – aggiunge – confermano che non c’e traccia, nonostante si sia favoleggiato di decine di miliardi, di una sola lira o di un solo centesimo di euro che mi sia stato trasferito. Dopo due anni di indagini non ci sono novità rilevanti rispetto alle ipotesi accusatorie iniziali”.
“Contro di me – continua il consigliere regionale autospesosi dal Pd – da oltre un anno, si riversano sempre le stesse accuse e si ricordano gli stessi fatti, spesso amplificati dalla polemica politica. Accuse e fatti, che risalgono a 12 anni fa, e continuano a ruotare solo intorno alle dichiarazioni di due imprenditori, a loro volta indagati, rilasciate per coprire passaggi di denaro tra loro, anche su conti svizzeri o lussemburghesi, poco trasparenti”. Recentemente la Cassazione ha annullato il maxisequestro da 14 milioni e 330mila euro nei confronti della società Codelfa, del gruppo Gavio, indagata per corruzione, “nella vicenda delle tangenti per l’autostrada Milano Serravalle per la quale anche per me c’è la richiesta di rinvio a giudizio – aggiunge Penati – per la Suprema Corte mancano i gravi indizi del reato e la transazione Serravalle-consorzio di imprese appaltanti potrebbe essere regolare. L’imprenditore che mi accusa di averlo ‘costretto a pagare’ ha continuato a fare il costruttore e nel 2007 si e’ candidato alla carica di sindaco di Sesto san Giovanni,sostenuto da una coalizione composta da Forza Italia, An, Udc, Pensionati, Lista civica con Pasini e altri”.
“E’ stato battuto al primo turno – continua Penati – ed è rimasto in consiglio comunale fino alle elezioni di quest’anno a guidare l’opposizione all’amministrazione di centrosinistra. Mi spiace per la mia città, Sesto San Giovanni, che non si merita tutto questo”. Così come l’anno scorso, quando subito dopo l’avviso di garanzia, “mi sono fatto interrogare dai pm. Ora potrò difendermi nel processo. Lo farò con tutte le mie forze e con la determinazione di cui sono capace – conclude Penati – perché sono certo della mia correttezza; nella mia lunga attività amministrativa non c’è un solo atto contrario ai miei doveri d’ufficio. Lo devo a me stesso, alla mia famiglia e ai tanti che, anche in questo lunghissimo anno, mi hanno rinnovato la loro stima. Voglio che si vada subito a processo, per questo intendo chiedere il rito immediato. Già a partire dai prossimi giorni con i miei avvocati valuteremo le condizioni per chiederlo”.