Roma, 6 set. (LaPresse) – Assistenza sanitaria di base sette giorni su sette, 24 ore su 24, grazie al riassetto delle cure territoriali e di alcuni aspetti della governance del personale dipendente del Ssn, completamento della riqualificazione e razionalizzazione dell’assistenza farmaceutica e mirati interventi sui fattori di rischio per la salute. Nella ricetta del governo per “promuovere lo sviluppo del Paese mediante un più alto livello di tutela della salute”, così come previsto dal decreto Balduzzi approvato dal Consiglio dei ministri, si parla di “riorganizzazione” ed “efficientamento”, parole chiave attraverso le quali ripensare a una struttura complessiva del Servizio sanitario nazionale.
Assistenza sanitaria territoriale. Dall’esperienza dei gruppi di cure primarie e della medicina di gruppo, diffusi a macchia di leopardo sul territorio nazionale, si passa all’istituzionalizzazione della “integrazione monoprofessionale e multiprofessionale per favorire il coordinamento operativo tra i medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta, gli specialisti ambulatoriali”. Con la possibilità di tenere aperti gli ambulatori 24 ore al giorno, weekend compresi, secondo modelli individuati dalle Regioni. Due gli obiettivi fondamentali: decongestionare i pronto soccorso e rendere più semplice ed efficiente il “il processo di deospedalizzazione”. Una volta fuori dalle strutture di cura, cioè, il cittadino deve poter contare su un’assistenza territoriale in grado di accompagnarlo nel percorso di recupero, integrando medicina di base e specialistica in maniera più stretta. Uno sviluppo, quello della sanità territoriale, che per il governo deve necessariamente passare dal rafforzamento dell’Ict, le tecnologie dell’informazione della comunicazione, “strumento irrinunciabile per l’aggregazione funzionale e per l’integrazione delle cure territoriali e ospedaliere”.
Intramoenia. Dopo più di 10 anni di regime provvisorio, il governo ha definito le nuove norme che regolano l’attività intramoenia dei medici, la possibilità, cioè, di svolgere visite private all’interno di strutture pubbliche. Le aziende sanitarie dovranno svolgere una ricognizione degli spazi disponibili per le attività libero-professionali ed eventualmente possono, con un sistema informatico speciale, utilizzare spazi in strutture sanitarie esterne, ovvero autorizzare i singoli medici a operare nei propri studi. La novità più rilevante, però, va nella direzione della trasparenza: tutte le prestazioni svolte dai medici durante il servizio ordinario e in regime di intramoenia (e quindi, in questo caso anche i relativi pagamenti) dovranno essere tracciabili. E’ previsto che parte degli importi riscossi siano destinati, oltre che per i compensi dei medici e del personale di supporto, anche per la copertura dei costi sostenuti dalle aziende.
Trasparenza nelle nomine. Il decreto Balduzzi prevede che le nomine dei direttori generali delle aziende e degli enti del Servizio sanitario regionale vengano sottoposte a una nuova disciplina “che privilegi il merito” e tenda a “riequilibrare il rapporto tra indirizzo politico e gestione delle aziende sanitarie”. Le Regioni, infatti, dovranno provvedere alla nomina dei direttori generali attingendo a un elenco regionale di idonei e costruito grazie e una procedura selettiva che sarà svolta da una commissione costituita da esperti indipendenti. L’accesso all’elenco sarà possibile soltanto per coloro che documenteranno, oltre ai titoli richiesti, un’adeguata esperienza dirigenziale nel settore. Per i primari (dirigenti, medici e sanitari di strutture complesse) viene istituita una procedura selettiva affidata a primari della stessa disciplina, ma non della stessa Asl, sorteggiati a livello nazionale.
Responsabilità professionale. Per contenere la cosiddetta ‘medicina difensiva’ che “determina la prescrizione di esami diagnostici inappropriati al solo scopo di evitare responsabilità civili, con gravi conseguenze sia sulla salute dei cittadini” il decreto Balduzzi regola la responsabilità professionale di chi esercita professioni sanitarie. Nel valutare la responsabilità dei singoli si terrà conto della circostanza che “abbiano svolto la prestazione professionale secondo linee guida e buone pratiche elaborate dalla comunità scientifica nazionale e internazionale”. Viene inoltre costituito un Fondo per garantire idonee coperture assicurative finanziato con il contributo dei professionisti e delle assicurazioni, in misura percentuale sui premi incassati, comunque non superiore al 4%.
Sicurezza alimentare. Stop al consumo di latte crudo nella ristorazione collettiva, anche scolastica. Previsto inoltre, fatta salva la verifica della compatibilità comunitaria della misura, l’aumento contenuto di succo naturale di frutta dal 12 al 20 per cento nelle bevande analcoliche che utilizzano la denominazione della frutta medesima. Nel decreto non c’è traccia della tassa sulle bibite zuccherate e sui superalcolici.
Farmaci. Il decreto prevede la revisione del prontuario farmaceutico nazionale, per eliminare “farmaci obsoleti e avere più spazio per i farmaci innovativi”, la limitazione del “proliferare” dei comitati etici (completando il passaggio all’Agenzia italiana del farmaco delle competenze in materia di sperimentazione clinica dei medicinali) e norme più semplici sulle autorizzazioni inerenti i farmaci omeopatici. I farmaci innovativi approvati dall’Aifa dovranno essere “tempestivamente” messi a disposizione degli ospedali.
Promozione corretti stili di vita. Resta valido, nel decreto approvato dal Consiglio dei ministri, il divieto di vendere tabacco ai minori di 18 anni (finora il limite era di 16 anni) con sanzioni per gli esercenti da 250 a 1000 euro, che passano da 500 a 2000 euro con la sospensione della licenza per tre mesi in caso di recidiva. Per limitare la dipendenza dal gioco d’azzardo patologico sono state introdotte disposizioni per limitare la pubblicità dei giochi con vincite di denaro e particolare attenzione viene rivolta alla tutela dei minori: sarà possibile, ad esempio, vietare nuove concessioni in luoghi vicini a quelli frequentati dai più giovani.
Sport. Obbligo per le società sportive professionistiche e dilettantistiche di avere defibrillatori semi-automatici e altri eventuali dispositivi salvavita.
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