Mafia, faccia a faccia Berlusconi-pm Palermo su Dell’Utri

Roma, 5 set. (LaPresse) – Alla fine, il tanto atteso faccia a faccia tra Silvio Berlusconi e i magistrati della procura di Palermo c’è stato. Dopo settimane di tira e molla, le parti si sono accordate per un terreno neutrale quale luogo dell’incontro e così, in una caserma della guardia di finanza in via dell’Olmata a Roma, l’ex premier ha risposto alle domande del procuratore di Palermo Francesco Messineo, dell’aggiunto Antonio Ingroia e del pm Lia Sava. Il Cavaliere è stato ascoltato come persona informata dei fatti nell’ambito dell’indagine per estorsione a carico del senatore del Pdl, Marcello Dell’Utri. Le domande dei magistrati palermitani intendevano fare luce sui presunti trasferimenti per 40 milioni di euro effettuati negli ultimi dodici anni da Berlusconi a favore di Dell’Utri. Proprio in qualità di testimone, l’ex presidente del Consiglio non si è potuto avvalere della facoltà di non rispondere già utilizzata in passato, nonostante le eccezioni presentate dai suoi avvocati. L’arrivo nella capitale di Ingroia è colleghi è stato accompagnato dal mistero. Entrambe le parti avrebbero cercato di tenere taccuini e fotografi lontani dall’incontro e, secondo i ben informati, l’ex premier avrebbe anche cercato di depistare tutti facendo uscire alcune macchine vuote, ma con i vetri oscurati, da palazzo Grazioli. Alla fine il faccia a faccia, iniziato nel primo pomeriggio, è durato quasi tre ore. “Il presidente Berlusconi ha chiarito compiutamente tutti gli aspetti della vicenda. Quali difensori della persona offesa, abbiamo provveduto al deposito di idonea documentazione a ulteriore comprova delle dichiarazioni rese”, recita la nota con cui gli avvocati Niccolò Ghedini e Piero Longo danno conto dell’avvenuto incontro. Nessuna estorsione, avrebbe ribadito Berlusconi, solo soldi dati a un amico prezioso in alcuni momenti di difficoltà.