Ilva, Di Pietro: Criminale contrapporre magistratura a lavoratori

Roma, 12 ago. (LaPresse) – “Ormai, il gioco della politica italiana di scaricare sulla magistratura tutte le proprie incapacità e le proprie responsabilità è diventato una specie di sport nazionale. E il caso dell’Ilva di Taranto ne è solo l’ennesima dimostrazione”. Lo afferma in una nota il presidente dell’Italia dei valori, Antonio Di Pietro. “Dopo aver lasciato incancrenire per anni la vicenda Ilva – ha detto Di Pietro – fino a causare decine e decine di morti per inquinamento, in tanti si scagliano contro la magistratura che invece, a tutti i suoi livelli, non fa altro che applicare la legge, dentro e fuori le aziende. Contrapporre il ruolo e l’azione dei magistrati all’interesse dei lavoratori è il vero atto criminale che impedisce di trovare una soluzione, vale a dire di raggiungere il giusto equilibrio tra la difesa del posto e la tutela della vita e della salute dei cittadini”.

“Per l’Idv, invece, i magistrati e i lavoratori – conclude Di Pietro – sono dalla stessa parte, per questo motivo stiamo lavorando per trovare una soluzione equa ed evitare di trasformare la vicenda nell’ennesima commedia all’italiana in cui giudici vengono additati come colpevoli di fatti che, invece, sono tutti da imputare a chi, fino ad oggi, ha girato lo sguardo da un’altra parte, dal Governo alle istituzioni locali. E mentre tutti i politici sembrano improvvisamente diventati esperti di siderurgia, l’Idv si è subito coordinata con chi si intende davvero di ciclo produttivo siderurgico, di tecnologia immediatamente disponibile e di impatto ambientale. Da qui è arrivata la conferma che una soluzione per dare un futuro ai lavoratori e difendere la loro sicurezza e quella dei cittadini di Taranto, oggi è possibile: l’azienda deve mettere a disposizione anche risorse proprie per la messa in sicurezza degli impianti, utilizzando gli investimenti per rendere ancora più efficiente e di alta qualità la produzione. Per difendere davvero il posto di lavoro, quindi, bisogna evitare le scorciatoie che per anni l’azienda ha utilizzato, grazie anche alla connivenza della politica, e, in accordo con le organizzazioni sindacali libere, realizzare un piano di riorganizzazione, specificando la portata degli investimenti e i tempi necessari a realizzarli”.