Roma, 9 ago. (LaPresse) – “E’ un fatto vergognoso e sconcertante. Perché Nicola Mancino e altre persone sì e Giovanni Conso no? In questo modo si azzera la credibilità della procura di Palermo. Conso è stato colui che non ha prorogato il 41 bis ai mafiosi in carcere”. Così il presidente del gruppo Pdl al Senato Maurizio Gasparri. “Se c’è stato un disegno politico – ha aggiunto – come mai colui che lo avrebbe attuato viene escluso dal giudizio? Invece si processano altri e si allungano ombre su chi non ha alcuna responsabilità. Ad esempio Silvio Berlusconi e Dell’Utri non c’entrano niente con la presunta trattativa Stato-mafia, che sarebbe avvenuta nel biennio 93-94 con i governi Amato e Ciampi e con Scalfaro gran cerimoniere di questa vicenda. E’ su di loro che bisogna puntare l’attenzione e non su altri”.
“In tutta questa vicenda – ha aggiunto Gasparri – traspare anche un altro dato, e cioè che la commissione Antimafia non ha funzionato a dovere. Il Pdl per questo si è fatto carico di un’iniziativa importante, e cioè la richiesta di istituire una Commissione d’inchiesta per far emergere la verità ed individuare le effettive responsabilità sulla presunta trattativa Stato-mafia. Sono convinto che occorra ricorrere ad un simile strumento, per fare chiarezza su quegli anni e per capire chi si rese protagonista di quella vergognosa resa dello Stato davanti alla mafia”.