Roma, 5 ago. (LaPresse) – “La nostra idea è che ce la faremo da soli. Non abbiamo bisogno di nessun aiuto in senso tecnico, ma sappiamo anche che questo periodo di transizione sta diventando troppo lungo, i mercati ci mettono troppo a riconoscere i nostri meriti, la buona salute dei conti pubblici”. Così il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Antonio Catricalà spiega in un’intervista al ‘Corriere della sera’ la sua posizione sulla possibile richiesta di uno scudo anti-spread, e aggiunge: “Non abbiamo timore di fare un memorandum of understanding. Significherebbe solo confermare impegni già assunti. Sarebbe un atto meramente dichiarativo, senza nuove obbligazioni. Non siamo e non vogliamo diventare sudditi della Ue, ne siamo fondatori e stiamo lavorando per l’Italia e per tutti i cittadini europei”. Catricalà precisa poi che sui conti pubblici “non ci sarà un decreto di correzione, naturalmente ci sarà la legge di Stabilità. Occorre onorare il Fiscal compact, il pareggio di bilancio nel 2013 lo confermiamo, ma i conti dello Stato vanno bene”. Nessun taglio a retribuzioni pubbliche e tredicesime ma in agenza nuove norme di liberalizzazioni. Per quanto riguarda le dismissioni Catricalà spiega che “le società pubbliche sono un bene primario dello Stato, non ne perderemo il controllo. Si tratta di capire quali quote, prive di rilevanza strategica, potranno essere dismesse”.