Sicilia, Lombardo si dimette. Elezioni 28 e 29 ottobre

Palermo, 31 lug. (LaPresse) – Il presidente della Sicilia Raffaele Lomardo si è dimesso. “Se lascio la presidenza della Regione – ha detto, parlando di fronte all’Assemblea regionale siciliana – lo faccio ragionevolmente, con serenità e assolutamente senza rimpianti”. “Sono consapevole – ha aggiunto – di avere toccato l’apice degli onori perché per un siciliano la presidenza della Regione non può essere una tappa della carriera politica, magari prima del Parlamento nazionale o di quello europeo. E infatti per me il Parlamento europeo c’è stato prima. La Regione è il punto più alto. Per questo non ho rimpianti ma una grande soddisfazione. Lascio sapendo, pur tra mille limiti, di aver fatto il mio dovere fino in fondo. Vi auguro – ha concluso rivolgendosi all’aula – di poter continuare a servire sempre meglio la Sicilia”.

Il presidente dell’Assemblea, Francesco Cascio, ha preso atto delle dimissioni di Lombardo, prendendo la parola in aula subito dopo il suo intervento, spiegando che la giunta resta in carica per lo svolgimento delle attività ordinarie fino alle nuove elezioni, che da statuto devono tenersi entro tre mesi. Lombardo ha confermato che si andrà al voto il 28 e 29 ottobre: “Le politiche di questi quattro anni – ha spiegato – hanno determinato una svolta che va portata avanti” e ha sottolineato che occorre “una autonomia di una classe dirigente che sappia confrontarsi alzando la voce da pari a pari con lo Stato. Ecco perché è necessario – ha continuato – che, votando il 28 e il 29 ottobre, si elegga un presidente forte e senza vincoli e riparta l’azione forte a favore dell’autonomia”.

“Con le dimissioni di Raffaele Lombardo si chiude una pagina nera per la Sicilia che è durata più di dieci anni”, ha commentato l’europarlamentare Rita Borsellino. “Dieci anni – ha aggiunto – in cui le risorse per lo sviluppo e le casse della Regione sono servite a foraggiare clientele, malaffare e, come accertato dalla magistratura, gli interessi mafiosi. Adesso la Sicilia ha una necessità vitale di un’autentica alternativa di governo che sulla base di un reale rinnovamento etico nei metodi e nei contenuti metta alla porta autori e complici di questa fallimentare stagione, consentendo all’Isola di uscire dal guado”.