Roma, 29 lug. (LaPresse) – E’ polemica a Roma dopo la notizia, diffusa dal quotidiano La Repubblica, che un ex Nar sarebbe consulente per le Politiche sociali in Campidoglio. Si tratta di Maurizio Lattarulo, già braccio destro – secondo il giornale – del boss De Pedis e luogotenente dell’estremista nero Massimo Carminati. Detto ‘Provolino’, secondo la ricostruzione del quotidiano, sarebbe tra gli uomini di fiducia del sindaco Gianni Alemanno. Non è la prima volta che il Campidoglio targato Alemanno finisce sotto i riflettori per un incarico a un ex estremista di destra. Nel 2009 ci fu il caso di Stefano Andrini, amministratore delegato dell’azienda municipalizzata Ama Servizi, mentre nel 2010 fu la volta di Francesco Bianco, operaio di un’altra municipalizzata, l’Atac.
Lattarulo, scrive il giornale fondato da Eugenio Scalfari, ha ottenuto nel luglio 2008 con delibera della giunta comunale l’incarico di consulente nello staff dell’assessorato alle Politiche sociali, con uno compenso di circa 30mila euro annui e oggi è segretario particolare del presidente della Commissione politiche sociali, Giordano Tredicine.
“Racket, gioco d’azzardo e usura. A quanto pare per il sindaco Alemanno sono queste le competenze necessarie per occuparsi di politiche sociali in Campidoglio”, è stato il commento del senatore dell’Idv Stefano Pedica. “E, non a caso – aggiunge – quando si è trattato di chiamare un consulente esterno la scelta è caduta su un ex esponente della banda della Magliana, Maurizio Lattarulo. Non bastavano – prosegue – gli eversori di destra (ma Lattarulo, per non farsi mancare niente è stato anche esponente dei Nar, nuclei armati rivoluzionari), il primo cittadino è riuscito a portare in Campidoglio anche la malavita. Ecco perché, dopo le promesse elettorali, la sicurezza a Roma non è mai stata presa seriamente in considerazione e la città è diventata un far west. Bisogna fare chiarezza perché – conclude Pedica – dopo la trattativa Stato-mafia non vorrei che ci ritrovassimo a dover parlare anche del patto Campidoglio-delinquenza”.
In difesa di Alemanno è scesa Sveva Belviso, il vicesindaco di Roma. “Rimango veramente stupita – scrive in una nota – dalle affermazioni lette oggi su un noto quotidiano nazionale e credo sia necessario fare chiarezza su quanto riportato. Innanzi tutto – sottolinea – preciso che il signor Maurizio Lattarulo per il reato di banda armata legata ai Nar è stato prosciolto in fase istruttoria 20 anni fa e mai gli è stato imputato alcun reato di usura così come riportato dal quotidiano”.
“Quando l’ho conosciuto, all’inizio del mio mandato – aggiunge Belviso – si è presentato dicendo che aveva avuto problemi con la giustizia, precisamente per un reato associativo generico, e che, a quella data, nessun carico pendente risultava in tribunale e che era iniziato il suo percorso riabilitativo, conclusosi poi nel 2010 con sentenza definitiva di riabilitazione. Lattarulo quindi, nel 2008, era un cittadino come tanti, nel pieno dei suoi diritti. Proprio per il suo passato, ho pensato potesse rappresentare un esempio concreto di persona riabilitata alla quale dare un’occasione nuova di vita”.
“Possibilità quest’ultima – prosegue Belviso – fra l’altro contenuta nelle competenze dirette dell’assessorato alle Politiche sociali previste dalla Legge 381 del 1981, dedicata proprio al reinserimento lavorativo di detenuti, tossicodipendenti ed ex detenuti. Ricordo inoltre – prosegue Belviso – che le politiche a favore dell’inclusione sociale sono state e sono tutt’oggi, un fiore all’occhiello dell’amministrazione capitolina che, con la delibera 60 del 2010, ha previsto la riserva del 5%(finanziamenti riservati alle cooperative di tipo B) per le persone in stato di fragilità e per le categorie sociali sopra menzionate. È dello stesso periodo poi anche la nascita del programma Retis, progetto che ha le stesse finalità sociali”.
“Per quanto detto sopra – continua Belviso – Lattarulo quindi è stato inserito nello staff dell’assessorato alle Politiche sociali a tempo determinato, con uno stipendio di 1.500 euro mensili con l’incarico di occuparsi del reinserimento degli ex detenuti e dei rapporti con il garante regionale dei detenuti Angiolo Marroni (padre del capogruppo del Pd in Consiglio Comunale) che, conoscendo anch’egli il Lattarulo per l’incarico avuto da me, non potrà che confermare le mie parole”.
“Lattarulo – ricorda Belviso – ha poi lasciato spontaneamente l’assessorato nel 2010, dicendo che aveva trovato una soluzione lavorativa più stabile. Attualmente non conosco il suo impiego lavorativo. Alla luce di quanto fin qui ricostruito, appaiono dunque davvero vergognosi e strumentali gli attacchi verso il sindaco che non conosce Maurizio Lattarulo, oggi riabilitato di fronte alla legge e competente nell’incarico che gli era stato assegnato, da parte di una sinistra ipocrita e falsa che prima fa dell’inclusione sociale una bandiera e poi, quando una amministrazione comunale concretamente si attiva per il reinserimento sociale degli ex detenuti, non indugia a strumentalizzare l’accaduto, citando anche notizie palesemente false”.
“Vorrei venisse raccolto l’invito – conclude Belviso – fatto dal sindaco la scorsa settimana, per una campagna elettorale dura ma leale, sui fatti concreti, senza il coinvolgimento di persone e famiglie, penso ad esempio al figliolo di 10 anni del Lattarulo, che nulla hanno a che fare con le vicende politiche”.
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