A Milano via libera a registro unioni civili

Milano, 27 lug. (LaPresse) – Il consiglio comunale di Milano dice sì al registro delle unioni civili. Il via libera, della seduta durata quasi 12 ore, è arrivato solo alle 3.30 del mattino, dopo tre giorni di scontri e trattative all’interno della maggioranza e dell’opposizione. L’aula di Palazzo Marino, riunita alle 16.30 per la terza seduta consecutiva, ha licenziato la delibera con 27 voti a favore, 7 contrari e 4 astenuti. Quando il regolamento è stata approvato, il pubblico presente in aula, Arcigay in testa, ha accolto con gioia la decisione del consiglio comunale. Il testo, che ha trovato il consenso del consiglio comunale, è frutto di una mediazione tra la maggioranza e gli esponenti liberal del Pdl. L’accordo sembrava però esser naufragato quando il coordinatore cittadino Pdl, Giulio Gallera, ha abbandonato l’aula perchè un suo emenda molto simile al testo definitivo, era stato respinto. La via del dialogo si è riaperta quando il compagno di partito Pietro Tatatrella ha chiesto di votare la proposta di Gallera, anche se si era allontanato dall’aula. E proprio questo emendamento ha dato forma la registro delle unioni civili milanese. La delibera approvata istituisce un registro a cui possono iscriversi le coppie di fatto sia etero che omosessuali.

Verrà istituito un apposito elenco all’anagrafe, che rimarrà comunque ancorato al Dpr 233 del 1989 che delinea la famiglia anagrafica, termine non espressamente richiamato nel documento. Per potersi iscrivere e ricevere il certificato di unione civile bisognerà registrarsi al registro delle famiglie anagrafiche e risultare residenti nella stessa abitazione. L’aula di di Palazzo Marino ha poi limato il test in ore di trattativa, che hanno portato quattro consiglieri cattolici del Pd, giudati da Andrea Fanzago, ad astenersi, e i due consiglieri Pdl Pietro Tatarella e Luigi Pagliuca a votare a favore. Anche all’esponente di Nuovo Polo, Manfredi Palmeri, dopo che molti suoi emendamenti sono stati approvati, ha deciso di passare sul fronte del si. Contraria la Lega Nord, che ha ritenuto che la delibera introducesse “regole gia’ esistenti”, Mariolina Moioli di Milano al Centro e i consiglieri del PdL cattolici, guidati dal ciellino Carlo Masseroli.

La maggioranza ha potuto tirare un sospiro di sollievo alle 2.17, quando Palmeri ha ritirato uno dei suoi emendamenti, l’ultimo che restava da discutere. La seduta è proseguita per un ‘altra ora, durante la quale i consiglieri hanno snocciolato le proprie dichiarazioni di voto. Poi il sindaco Pisapia, che ha presidiato il proprio scranno fino alla votazione, ha concluso i lavori dicendo: “Abbiamo fatto quello che potevamo ed è un passo avanti nella direzione di una città che ha più rispetto per tutti. Sono sicuro che questo voto sarà di stimolo al Parlamento”.

“Da oggi a Milano ci sono più diritti”, ha affermato il sindaco del capoluogo regionale lombardo, che al termine della lunga maratona per approvare il registro ha detto che la misura licenziata dall’aula di Palazzo Marino porta al “riconoscimento di diritti e al superamento della discriminazione”. “Sono sicuro che sarà di stimolo per il Parlamento a prendere in esame una legge che riconosca le coppie di fatto e le unioni civili – ha aggiunto il primo cittadino di Milano – e anche quelli che qui sono stati contrari hanno riconosciuto che il Parlamento debba occuparsene. Noi, da parte nostra, abbiamo fatto il possibile e non potevamo fare di più”. “Da domani – ha precisato – le donne e gli uomini che si vogliono bene saranno più felici e io sono felice di questo”. Il sindaco Pisapia ha infine ribadito che il nuovo registro, di cui si è detto “fiero”, non apre però la porta ai matrimoni gay.