Milano, 19 lug. (LaPresse) – “Prendo atto con piacere e soddisfazione di questa azione incisiva della procura per perseguire le violazioni reiterate del segreto istruttorio a mio danno”. Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Lombardia, commentando la decisione della procura di Milano di iscrivere nel registro degli indagati i tre giornalisti e il direttore de ‘Il Fatto Quotidiano’ per aver pubblicato i contenuti di una informativa della guardia di finanza su Pierangelo Daccò secondo cui l’imprenditore avrebbe pagato cene e vacanze al governatore lombardo in cambio di facilitazioni nel suo lavoro. Per i quattro giornalisti è stato ipotizzato il reato di pubblicazione arbitraria di notizie coperte da segreto istruttorio. “Il Fatto – ha aggiunto Formigoni – ha pubblicato pretese ipotesi investigative della finanza, ammesso che ci siano, carte di lavoro. Ho già provveduto a querelarli e sarò durissimo nei confronti di chi attenata alla mia onorabilità”. “Evidentemente non hanno capito che contro di me non c’è nulla, ma evidentemente gli brucia perché credevano che io cadessi già da qualche mese”, ha proseguito Formigoni che ha ribadito di non aver ricevuto alcun avviso di garanzia e di non aver intenzione di dimettersi.