Roma, 19 lug. (LaPresse) – “Si sta lavorando, si deve lavorare senza sosta e senza remore per la rivelazione e sanzione di errori ed infamie che hanno inquinato la ricostruzione della strage di via D’Amelio. Si deve giungere alla definizione dell’autentica verità su quell’orribile crimine che costò la vita a un grande magistrato protagonista con Giovanni Falcone di svolte decisive per la lotta contro la mafia”. Così il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in un messaggio inviato all’Associazione nazionale magistrati a Palermo, in occasione del 20esimo anniversario della strage di via D’Amelio in cui hanno perso la vita Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta. “Questo – aggiunge il capo dello Stato – è l’imperativo oggi a distanza di vent’anni”.
Napolitano chiede, inoltre, che nel giungere “alla definizione dell’autentica verità” sulla strage, combattendo una “dura e irrinunciabile battaglia di giustizia”, si evitino “sovrapposizioni nelle indagini, difetti di collaborazione tra le autorità ad esse preposte, pubblicità improprie e generatrici di confusione”. Per il presidente della Repubblica “la falsa e distorta verità giudiziaria” costruita “nei primi anni dopo la strage” di via D’Amelio è stata una “contraffazione”, una “umiliazione per tutti noi che rappresentiamo lo Stato democratico” e “un secondo terribile dolore” per Agnese Borsellino, vedova del magistrato, e per i suoi figli.
Per questo, spiega Napolitano, “come ha dichiarato il presidente del Consiglio” Mario Monti (“non c’è alcuna ragion di Stato che possa giustificare ritardi nell’accertamento dei fatti e delle responsabilità”), è importante che non ci siano “ritardi e incertezze nella ricerca della verità specie su torbide ipotesi di trattativa tra Stato e mafia”.
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