Roma, 11 lug. (LaPresse) – Finisce “con uno zero a zero” (la sintesi calcistica è del presidente della regione Calabria Giuseppe Scopelliti) il confronto Governo-Regioni sulla spending review. Ogni decisione “politica” è stata, infatti, rimandata ad un confronto “tecnico” che avrà inizio già da domani. L’appuntamento è fissato alle 14 al ministero dell’Economia. Al tavolo parteciperà il commissario straordinario Enrico Bondi che, insieme ai tecnici delle Regioni e dei ministeri interessati ai tagli della spesa (Economia, Salute e Trasporti), analizzerà le cifre previste dal decreto. Le perplessità con cui i rappresentanti degli enti locali sono arrivati a palazzo Chigi erano tante, al punto che il presidente della Conferenza delle regioni Vasco Errani, avrebbe chiesto al governo, durante il confronto, di rivedere i saldi del patto di stabilità o dire ai cittadini che si diminuiscono i servizi. “Siamo qua per collaborare, perché non siamo né parte sociale, né partito, ma governiamo come voi e con voi vogliamo governare e partecipare”, sarebbe stato il ragionamento espresso dai governatori.
Secca, secondo fonti presenti al tavolo, sarebbe stata la risposta del professore, che avrebbe spiegato che occorre prendere atto di una situazione reale che il Governo non sta facendo altro che cercare di risolvere e che politici eletti e tecnici dovrebbero lavorare in questo spirito. Netta anche la replica del neoministro dell’Economia Vittorio Grilli: “I saldi che abbiamo non cadono dal cielo, l’impegno del governo è di non cambiare i saldi”, avrebbe detto a Errani.
Così, se il Governo si dice “pronto a fornire tutti i chiarimenti e gli approfondimenti ritenuti necessari” sulla spending review e ribadisce che gli obiettivi di taglio della spesa pubblica “costituiscono un elemento essenziale della politica economica del Governo” e “pertanto non potranno essere modificati”, i rappresentanti degli enti locali non intendono indietreggiare. “Così com’è il decreto non è sostenibile né per la sanità né per il trasporto pubblico locale, anche perché al decreto sulla spending review si sommano gli effetti delle manovre precedenti che arriveranno nel 2013 e 2014 – sottolinea il presidente della conferenza delle regioni Vasco Errani lasciando palazzo Chigi -. Alla fine della verifica sui numeri che inizierà già da domani – aggiunge – vedremo se verranno salvaguardati i servizi e capiremo se è possibile raggiungere una sintesi con il governo”. “La nostra unica preoccupazione è quella di garantire ai cittadini i servizi, i livelli essenziali di assistenza sanitaria e il trasporto pubblico locale”, gli fa eco il presidente della regione Lombardia Roberto Formigoni.
Più duro il commento del governatore della Puglia Nichi Vendola: “Più che un tavolo di confronto sembrava una cattedra dalla quale i professori facevano la loro lezione. Tema: ‘Lotta agli sprechi’. Svolgimento: ‘Lotta ai diritti'”. “Io però – aggiunge il presidente di Sel – nonostante sia un oppositore estremo a questo Governo e sia poco fiducioso, questa volta voglio speranzoso. Spero che nonostante la necessità di far quadrare i conti il governo decida di salvare i diritti, senza fare in modo che, nel nome della crisi, il governo uccida l’Italia”. “Bene il tavolo tecnico, ma se il decreto non cambia completamente si perde solo tempo” taglia corto, invece, il presidente della regione Piemonte Roberto Cota.
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