Milano, 1 lug. (LaPresse) – “Oggi non c’è la nuova Lega, oggi parte la Lega Nord per l’indipendenza della Padania”. Lo assicura Roberto Maroni, nel suo lungo intervento, durato oltre 50 minuti, prima di essere eletto segretario federale e prendere ufficialmente il posto di Umberto Bossi. “Patti chiari, amicizia lunga – dice Maroni davanti ad 8mila militanti che riempiono il forum di Assago – non me l’ha ordinato il medico di fare il segretario, anzi mi ha consigliato di non farlo. Ma io lo farò, se congresso mi eleggerà, e garantisco lo stesso impegno che ho messo negli ultimi tre anni nella lotta alla mafia, un impegno al 150%. Lo voglio fare perché credo nella Lega – ha proseguito – senza tutele, commissariamenti e ombre, con il consenso di tutti. E io ho intenzione di farlo come prevede lo statuto”.
Il partito, assicura Maroni, manterrà la sua identità e rimarrà concentrato sul “progetto dell’indipendenza della Padania” che “non cambia”. “Finché ci sarò io non si toccherà l’articolo 1 dello statuto – ha sottolineato – e la Padania diventerà la più importante marcoregione dell’Europa”. Poi Maroni si rivolge direttamnate ai militanti: “Dobbiamo tornare a parlare alla gente di cose concrete, di problemi concreti – dice – Abbiamo passato momenti duri, difficili e non sarà facile recuperare la fiducia di chi non ci ha votato più perché convinto che la Lega sia uguale agli altri partiti”. E la priorità è che “la Lega torni ad essere la Lega Nord, la ‘potentissima’ come è stato negli ultimi decenni”. Per farlo saranno d’aiuto i molti “sindaci guerrieri” che ben rappresentano la lega sul territorio, a differenza di Grillo che di sindaco “ce ne ha uno e si vede che casino…”.
Per ridare slancio al partito occorre soprattutto continauare a “fare pulizia”. “Basta con le beghe interne e piangerci addosso. Non ne posso più – afferma Maroni – E’ successa una cosa brutta, ma io non credo ai complotti”. Se sarà necessario la Lega è pronta ad anadre “via da Roma” e lasciare “tutte le poltrone romane”, incluse le cariche parlamentari, si terrà lontano da battaglie come quelle per rinnovare il Cda della Rai, dalle allenaze con altri partiti in vista delle elezioni politiche del 2013 e si terrà lontana dai doppo incarichi. Il primo traguardo da raggiungere è quello di “licenziare il governo Monti senza reintegro” perchè l’esecutivo tecnico, con le sue misure fiscali come l’Imu, è per Maroni “il vero nemico della Padania”. Sarebbe opportuno “chiudere almeno 10 ministeri inutili – aggiunge – a partire da quello della Coesione sociale: sono soldi buttati nel cesso”. E non risparmia critiche al ministro Andrea Riccardi, a cui dice: “Lei non sa nulla. I respingimenti li farei subito, domattina, altro che violazione dei diritti umani”. Critiche piovono anche sulle banche “che prendono soldi all’1% dalla Bce e comprano titoli di Stato” invece di prestare soldi agli imprenditori. Tra i punti del programma del nuovo segretario compaiono anche la sanità, la lotta all’immigrazione clandestina, il problema degli esodati che la Lega può contribuire a risolvere.
Al momento delle votazione, si esprime a favore di Maroni la stragrande maggioranza dei 614 delegati presenti su 630 totali. Solo uno si è astenuto e quattro hanno votato contro l’ex ministro dell’Interno, trai fischi dei colleghi. E dopo aver ricevuto il testimone da Umberto Bossi, che molto commosso dal palco si paragona alla madre saggia della parabola di Re Salomone, pronta a rinunciare a suo figlio (la Lega) alla rivale (Maroni) pur di risparmiargli la vita, Maroni dice: “Umberto Bossi per me è mio fratello, lo porterò sempre nel cuore. Ma oggi inizia una fase nuova”. “Da domani anzi da stesera invece di guardare la partita di calcio, mi metterò al lavoro – aggiunge – Riunirò il consiglio federale e in settimana e nominerò la squadra che mi affiancherà in questo difficile e complicato, ma affascinante e meraviglioso nuovo incarico”. Ci saranno “tre vicesegretari con un segretario vicario, un numero due che sarà naturalmente del Veneto”.
“Cominciamo a lavorare subito” insiste il neo segretario, che ai militanti chiede di essere considerato uno di loro. “La mia porta sarà sempre aperta – prosegue – sono a disposizione dei militanti. Ho cominciato come militante e voglio che mi consideriate un semplice militante della Lega momentaneamente incaricato di un compito che fa tremar le vene nei polsi”. “Stiamo tutti insieme – questo l’appello di Maroni- statemi vicino perche’ ho bisogno di sentire il calore e la passione dei militanti, dei nostri meravigliosi militanti. Non c’è niente che valga di più nella Lega. Voi siete i nostri diamanti, la nostra ricchezza, la nostra forza e il nostro futuro. Grazie a tutti, amici. Viva la grande Lega Nord”.