Roma, 26 giu. (LaPresse) – Il premier Mario Monti è alle prese con la preparazione del Consiglio europeo del 28 e 29 giugno. Ieri come consuetudine ha fatto visita al presidente della Repubblica per fare il punto della situazione e delle strategie. Trovandosi di fronte un Monti preoccupato, Napolitano, a quanto si apprende da fonti di palazzo Chigi, ha rassicurato il premier circa l’appoggio costante del Quirinale sulle politiche per la crescita e allontanando lo spettro di elezioni anticipate, invocate da un pezzo della maggioranza che sostiene il professore, nel caso in cui da Bruxelles uscisse vincitrice la linea del rigore a tutti i costi della cancelliera tedesca.
Tuttavia Monti, spiegano alcune fonti di palazzo Chigi, avrebbe nelle ultime ore persino accarezzato l’idea di un colpo ad effetto per costringere Angela Merkel a mettere da parte i suoi “nein” agli eurobond e ad un allentamento della linea del rigore a favore di politiche di spesa e investimento, capaci di dare il necessario colpo di reni per la crescita dell’eurozona. “Se la cancelliera non molla le dirò che mi dimetto perché se le cose non cambiano non sono nelle condizioni di portare l’Italia fuori dal baratro”, avrebbe ipotizzato, puntando sul fatto che il caos porterebbe l’Italia sotto l’attacco deciso degli speculatori e che il crollo di Roma vorrebbe dire il tracollo definitivo dell’euro con prospettive che metterebbero i brividi anche a Berlino. Questo il ragionamento che Monti avrebbe fatto, ma, dicono le stesse fonti, non sarebbe convinto che la Merkel si spaventerebbe a sufficienza.
Il professore ha troppa stima della cancelliera per convincersi che abbocchi a quello che avrebbe tutta l’aria di un bluff. Per questa ragione ha optato per la strada del confronto con le forze della maggioranza che lo sostiene. Con una nota da palazzo Chigi, ieri sera ha dunque fatto sapere che oggi incontra Silvio Berlusconi, il segretario del Pdl Angelino Alfano e Gianni Letta e successivamente gli altri leader della maggioranza: il segretario del Pd Pier Luigi Bersani sarà a palazzo Chigi oggi alle 19, mentre Pier Ferdinando Casini, leader dell’Udc, che ha avuto ieri con il premier una lunga telefonata al termine della quale ha ribadito il totale sostegno dell’Udc all’esecutivo, condividendone a pieno le posizioni, fa sapere che verrà ricevuto la settimana prossima.
Insieme a loro discuterà i temi dell’agenda europea ma cercherà soprattutto di ricucire gli strappi. Nelle ultime ore un significativo segnale di appoggio Monti lo ha ricevuto anche dal presidente degli Usa, Barack Obama, che nella serata di ieri gli ha telefonato per manifestare l’apprezzamento degli Stati Uniti per l’impegno italiano sia sul risanamento dei conti, sia per quanto riguarda la presenza politica in campo internazionale, con riferimento particolare all’Afghanistan e alle recenti vicende siriane. Inoltre, il presidente Obama si è informato sulle prospettive dell’eurozona a pochi giorni dal Consiglio europeo.
“Il capo di stato americano – si legge in una nota diffusa da palazzo Chigi – segue con attenzione l’impegno del governo italiano per facilitare il consenso in Europa sulle politiche per la crescita e la stabilizzazione del mercato dei titoli di debito pubblico. In questo contesto, il presidente Obama ha anche chiesto ragguagli al presidente Monti sull’evoluzione recente del dibattito politico in Italia riguardo all’euro e sull’impatto sull’opinione pubblica”. Intanto, tra oggi e domani la Camera voterà la fiducia sulla riforma del mercato del lavoro e le mozioni a sostegno di Monti per mettere a disposizione del premier ulteriori munizioni per il Consiglio europeo.