Milano, 23 giu. (LaPresse) – Il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni sarebbe stato iscritto nel registro degli indagati per corruzione in concorso con il mediatore Pierangelo Daccò nell’inchiesta sul gruppo Maugeri, che opera nel settore della sanità privata. Lo si apprende da fonti vicine all’inchiesta, dopo che la notizia è stata pubblicata oggi sulle pagine del ‘Corriere della Sera’. Al centro delle indagini ci sarebbero delibere della giunta regionale relative alle funzioni sanitarie non tariffabili. I reati contestati a Formigoni, da quanto si apprende, sarebbero di corruzione in concorso con Pierangelo Daccò, il mediatore arrestato lo scorso novembre per il caso San Raffaele, e raggiunto in carcere lo scorso aprile da un ulteriore provvedimento di custodia cautelare relativo all’inchiesta sulla fondazione Maugeri. A Daccò questa nuova accusa sarebbe stata contestata nel corso degli ultimi interrogatori davanti ai pm di Milano. Nei confronti di Formigoni la Procura di Milano ipotizza anche il reato di finanziamento illecito per 500mila euro, utilizzati per finanziare la campagna elettorale delle Regionali del 2010, che sarebbero stati dati dalla Fondazione Maugeri.
Notizia falsa per il governatore lombardo Formigoni. “Io non mi dimetto e non mi dimetterò, perchè le cose che mi sono contestate sono insussistenti”, ha detto il presidente della Regione Lombardia.
A chi gli ha chiesto se sia pronto a fare un passo indietro, se dovesse risultare indagato, Formigoni ha detto: “assolutamente no, perchè le accuse che mi sono state presentate sono assolutamente false e ingiustificate”.
“Non mi risulta- ha detto il legale di Roberto Formigoni, l’avvocato Salvatore Stivala, che, dopo un’ ‘attenta riflessione’, spiega di essere giunto a questa conclusione in maniera ‘molto molto deduttiva’- che il presidente della Regione Lombardia Formigoni fino ad oggi sia stato iscritto nel registro degli indagati e, finora, certamente, non è stato raggiunto da alcuna informazione di garanzia”. “Quando il presidente ha letto insieme a me l’articolo del ‘Corriere della Sera’ – ha aggiunto Stivala – quasi sorrideva” perché, secondo il legale, le accuse riportate sono destituite di ogni fondamento. “Ora c’è solo la necessità di attendere che la situazione si chiarisca”, prosegue Stivala, che ritiene ci siano dei “passi tecnici da fare”, anche se, per il momento, è più opportuno “stare fermi a guardare”.