Roma, 5 giu. (LaPresse) – Lo aveva annunciato e lo ha fatto. Il ministro della Giustizia Paola Severino ha presentato un emendamento alla legge Comunitaria per introdurre la responsabilità civile dei magistrati. Non si tratta, nello schema proposto dal Governo, di una responsabilità diretta ma indiretta: chi ritiene di essere stato danneggiato dalla malagiustizia farà causa allo Stato e solo quest’ultimo potrà rivalersi a sua volta sul magistrato.
Secondo l’emendamento depositato presso la commissione Politiche dell’Unione europea del Senato “chi ha subìto un danno ingiusto per diniego di giustizia ovvero per effetto di un comportamento, di un atto o di un provvedimento giudiziario, posto in essere dal magistrato con dolo o colpa grave nell’esercizio delle sue funzioni, può agire contro lo Stato per ottenere il risarcimento dei danni patrimoniali e anche di quelli non patrimoniali che derivano da privazione della libertà personale”.
Lo Stato dovrà obbligatoriamente a sua volta rivalersi sul magistrato, che potrà essere chiamato a pagare per un ammontare fino alla metà della sua retribuzione annua. Fra i casi di colpa grave, recita il testo, rientra “la violazione manifesta della legge e del diritto comunitario”, caso per individuare il quale “si tiene conto del grado di chiarezza e precisione delle norme violate, dell’inescusabile negligenza nell’errore e della gravità dell’inosservanza”.
Sul magistrato, si legge nel testo, lo Stato “deve” esercitare il diritto di rivalsa entro due anni. Con questo emendamento, spiega il Governo nelle motivazioni allegate, “viene resa esplicitamente obbligatoria la rivalsa, ampliandone conseguentemente il termine e innalzandone i limiti quantitativi”.