Sisma Emilia, Catricalà: Governo farà tutto il necessario

Roma, 22 mag. (LaPresse) – Il Consiglio dei ministri si riunisce oggi per deliberare lo stato di emergenza per le province di Bologna, Ferrara, Modena e Mantova in seguito al sisma che domenica ha scosso l’Emilia Romagna. Intanto questa mattina il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Antonio Catricalà ha riferito in aula alla Camera sul sisma, sulla situazione nelle zone colpite e sui provvedimenti che intende adottare il governo. Catricalà ha voluto chiarire durante l’informativa alcuni punti che a suo parere in questi giorni sono stati riferiti in maniera errata dai media italiani che hanno fornito un “quadro falsato della realtà normativa in atto”. L’aumento delle accise sulla benzina, la durata dello stato d’emergenza e l’assicurazione privata contro le calamità sono stati alcuni dei punti affrontati dopo aver dato un bilancio della situazione sul territorio riferendo che gli evacuati sono in totale 5.262 a fronte di 7mila posti letto messi a disposizione da sistema integrato di protezione civile, 58 i feriti di cui 48 ospedalizzati nei 39 comuni maggiormente colpiti dal sisma.

Catricalà ha riferito che il governo farà tutto il necessario per gestire l’emergenza, anche prendendo misure come “la deroga al patto di stabilità, il rinvio del pagamento dell’Imu e gli interventi straordinari sul patrimonio culturale”. “Ma non si tratta di interventi gratis, senza spese. Questa misure necessitano di una copertura finanziaria, ma il governo vuole fermamente intervenire con urgenza”, ha spiegato Catricalà. Il sottosegretario ha messo poi il punto sulla polemica sulla durata dello stato d’emergenza: “Ho sentito molte polemiche sulla durata dello stato di emergenza: dura 60 giorni di regola in prima ordinanza, poi può essere prorogato per un periodo non superiore a 40 giorni. La formula ‘di regola’ serve a dire che possono esserci delle eccezioni in caso di particolari e gravi esigenze calcolate dal governo e che può essere prorogato. Non c’è un tetto massimo”. “Ci auguriamo però – ha proseguito – che ciò non accada, perché un’emergenza è tale se è contenuta. Bisogna uscirne con una macchina della protezione civile veloce e attrezzata e non appesantita da 59 situazione di emergenza presenti al momento sul territorio nazionale. Si danno poteri a commissari che in realtà non li esercitano. Questo deve cessare. Non è colpa di nessuno, ma si è utilizzata la protezione civile per cose certo meritevoli ma non proprie loro e che vanno invece fatte con strumenti ordinari”.

Una precisazione, poi, sul decreto legge che non prevede “come unico strumento per il risarcimento dei danni il sistema delle assicurazioni obbligatorie contro le calamità. Il decreto si limita a prevedere la possibilità di fare assicurazioni private per il rischio catastrofi e prevede uno sgravio fiscale per incentivare sistema”. Un’assicurazione obbligatoria “sarebbe una nuova tassa che il governo non si sente di porre perchè potrebbero permettersela solo le famiglie più agiate e non chi non riesce nemmeno a pagare il mutuo sulla casa”. L’aumento delle accise sulla benzina, infine, non è l’unico modo per fronteggiare l’emergenza: “Il decreto – ha precisato Catricalà – prevede un fondo nazionale per la protezione civile alimentato con la legge di stabilità. Quando c’è un evento, questo fondo può esaurirsi, se si esaurisce è necessario rimpinguarlo facendo tagli lineari su una serie di capitoli di spesa. Solo se ci sarà necessità verrà aumentata l’accisa”.