Lavoro, stop pensione e indennità per terroristi e mafiosi

Roma, 16 mag. (LaPresse) – I condannati per reati di terrorismo, mafia, eversione, azione eversiva o stragi, non percepiranno l’indennità di disoccupazione, la pensione sociale e d’invalidità e l’assegno sociale. E’ quanto prevede un emendamento all’articolo 36 del disegno di legge sulla riforma del mercato del lavoro, presentato dalla Lega Nord e approvato dalla commissione Lavoro del Senato. Le misure si applicano, nello specifico, alle condanne per i reati previsti dagli articoli 270-bis, 280, 289-bis, 416-bis, 416-ter e 422 del codice penale. Revoca della pensione, invece, quando questa derivi da “rapporti di lavoro fittizio a copertura di attività illecite”. Il comma 3 dell’emendamento 36.0.1 stabilisce, inoltre, che una volta scontata la pena, i condannati possono presentare un’apposita domanda per chiedere di beneficiare nuovamente delle prestazioni. Gli enti interessati verseranno annualmente le risorse che deriveranno dai provvedimenti di revoca al Fondo di rotazione per la solidarietà alle vittime di reati di tipo mafioso e agli interventi in favore delle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata.