Roma, 16 mag. (LaPresse) – “L’indagine aperta su Umberto Bossi penso che sia un atto dovuto e personalmente ritengo che sia conseguente a una firma, o una sigla, apposta dal Segretario in assoluta buona fede, facendo affidamento sulla correttezza di un documento contabile predisposto dall’amministrazione del Movimento. Ho visto dare da Bossi alla Lega tutta la sua intelligenza, tutto il suo genio politico, tutte quelle che erano le sue risorse, anche economiche, tutte le sue energie, al punto di essere arrivato ad un passo dalla morte, e nulla potrà modificare la stima e l’affetto che provo per lui”. Lo afferma il coordinatore delle segreterie nazionali della Lega nord, Roberto Calderoli, in merito all’iscrizione di Umberto Bossi nel registro degli indagati dai pm di Milano Alfredo Robledo, Paolo Filippini e Roberto Pellicano per truffa ai danni dello Stato in concorso con l’ex tesoriere del Carroccio Francesco Belsito, in relazione ai rimborsi elettorali dichiarati dal movimento nel luglio del 2011.
Anche Manuela Dal Lago, componente del comitato esecutivo federale dei triumviri del Carroccio, annuncia di appoggiare il Senatur “pronta a difenderlo – dice – fino alla fine”. Di Bossi, la senatrice afferma di conoscerne “la generosità e l’onestà” e di sapere “quanto ha sempre dato alla Lega, spendendo ogni sua energia per il movimento, e quanto poco si sia occupato di finanziamenti, rimborsi o questioni amministrative”.