Roma, 7 mag. (LaPresse) – Dimezzamento dei contributi pubblici, da 182 milioni e 600mila euro a 91 milioni annui, a partire dalle elezioni del 2013, taglio del 33% alla tranche dei rimborsi di luglio, azzerati quelli per le spese elettorali per l’anno in corso senza la presentazione del rendiconto. Sono queste le novità contenute nel testo base per la riforma dei finanziamenti ai partiti e dei controlli sui bilanci, presentato dai relatori Gianclaudio Bressa (Pd) e Peppino Calderisi (Pdl) in commissione Affari costituzionali alla Camera. Se il testo sarà approvato in parlamento, dunque, subito il taglio del 33% (da 182 milioni a 122 milioni) alla rata dei rimborsi per le elezioni dal 2008 al 2011 che i partiti riceveranno tra tre mesi e poi, con le elezioni nel 2013, l’entrata a regime della decurtazione del 50% ai contributi per le spese (70% come rimborso per le elezioni e per l’attività politica, 30% come cofinanziamento). I partiti e i movimenti politici potranno accedere al fondo per i rimborsi elettorali se avranno ottenuto almeno un eletto in parlamento. Cambia anche la disciplina dei controlli sui bilanci: le nuove regole saranno applicate dalla commissione di controllo, composta da cinque magistrati, a partire dall’esercizio di bilancio 2013, mentre gli accertamenti su quelli del 2011 e del 2012 saranno condotti con le regole attuali. Entro e non oltre il 30 giugno di ogni anno, i rappresentanti legali o i tesorieri dei partiti sono tenuti a trasmettere alla commissione la relazione sulla gestione, la certificazione della regolarità del rendiconto della società di revisione e il verbale di approvazione del rendiconto medesimo da parte del competente organo del partito. La commissione effettua il controllo anche verificando la conformità delle spese effettivamente sostenute e delle entrate “percepite alla documentazione prodotta a prova delle stesse”. Il successivo step, fissato al 30 aprile, prevede che la commissione approvi una relazione in cui dichiari quali partiti non abbiano ottemperato agli obblighi ed esprima il giudizio di regolarità e di conformità alla legge. La relazione verrà poi trasmessa ai presidenti di Camera e Senato, che provvederanno alla pubblicazione sui rispettivi siti internet. E online finiranno anche i rendiconti di esercizio dei partiti, entro il 15 luglio di ogni anno. Per quanto riguarda le nuove sanzioni, i partiti che non presenteranno “in tutto o in parte” il proprio rendiconto si vedranno decurtare l’intero importo del rimborso delle spese elettorali per l’anno in corso, mentre se le irregolarità non sono quantificabili, la commissione applicherà la sanzione amministrativa da un terzo a due terzi dei relativi rimborsi. Se il rendiconto è invece giudicato irregolare oppure non è stato pubblicato su internet, la sanzione prevede la decurtazione dei rimborsi delle spese elettorali “complessivamente attribuiti per l’anno in corso di un importo da uno a tre volte la misura delle irregolarità riscontrate e comunque non superiore al limite di due terzi dei rimborsi”. Novità anche per le donazioni: detrazione fiscale del 38%, con un tetto massimo fissato a 10mila euro, nei confronti dei partiti che abbiano almeno un rappresentante eletto alla Camera, al Senato, in Parlamento europeo o in Consiglio regionale. Il testo dei relatori sarà votato giovedì per approdare nell’aula di Montecitorio il 14 maggio: domani alle 18 scade la presentazione degli emendamenti, mercoledì la discussione generale in commissione Affari costituzionali.