Roma, 7 mag. (LaPresse) – Due dei tre partiti che sostengono il governo di Mario Monti crollano sul banco di prova delle amministrative 2012: Udc e Pdl. Se il partito di Pier Ferdinando Casini ne esce senza infamia e senza lode, ammettendo di aver sbagliato il candidato a Palermo, il segretario politico Angelino Alfano è costretto a registrare “una sconfitta”. Gli italiani alla chiamata alle urne hanno risposto cancellando dai probabili ballottaggi dei maggiori capoluoghi d’Italia il simbolo del Popolo delle libertà. A Parma, Palermo, L’Aquila, Monza e Genova si distinguono i Grillini e il centro sinistra, mentre stando ai primi dati provvisori a Verona il candidato della Lega Nord, Flavio Tosi, passerebbe al primo turno.

Una sconfitta “ma non una catastrofe” sottolinea il delfino di Silvio Berlusconi, un prezzo che il Pdl paga “nella consapevolezza che lo stiamo pagando per il bene dell’Italia”. In sostanza l’aver sostenuto il Governo dei tecnici non ha influito positivamente, ma assicura Alfano “non abbiano deciso di togliere l’appoggio all’esecutivo in base a questi risultati”. Si continua nella maggioranza a sostegno dei tecnici, ma “non sarà reiterata la formula dei vertici con tutti i segretari”. Se non è la fine del Pdl, come ha ribadito Alfano, è sicuramente la fine dell’Abc della politica.

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