Berlusconi a Monza corteggia la Lega

Monza, 3 mag. (LaPresse) – Silvio Berlusconi esce dal guscio a 72 ore dal voto amministrativo e si ripresenta sulle piazze dopo un lungo periodo trascorso tra aule di tribunale e le sue molte ville, oltre ovviamente a palazzo Grazioli. La scelta è caduta su Monza, a pochi chilometri dalla sua Arcore per sostenere il candidato sindaco, Andrea Mandelli. Nonostante tutte queste cautele però l’ex premier è stato contestato durante la sua passeggiata elettorale nel centro della città. “Fuori la mafia dallo stato”, gridavano i contestatori. I sostenitori dell’ex premier hanno risposto urlando “Silvio Silvio”. Berlusconi ha terminato la passeggiata in piazza Duomo dove ha poi parlato a sostegno del candidato sindaco del Pdl.

E non sono mancati i colpi di scena. “Non ho mai interrotto i contatti con Bossi e Maroni” ha esordito Berlusconi. La difficoltà in cui si trova la Lega, su cui stanno indagando le procure di Milano, Napoli e Reggio Calabria “è la conseguenza di una situazione di cui bisogna prendere atto”, ha aggiunto. “Non esiste una frattura tra noi e la Lega” ha aggiunto “non abbiamo mai rotto per la verità esisteva un dissenso su questo governo e devo dire che alcune ragioni fondate la Lega le aveva”. Sul fatto che Bossi si sia candidato nuovamente come segretario del Carroccio nonostante le inchieste di Milano, Napoli e Reggio Calabria abbiano toccato la sua famiglia “è un problema interno alla Lega” ha commentato Berlusconi. La scelta della Lega Nord di correre da sola alle elezioni amministrative “è una scelta che loro hanno fatto, ma i risultati delle amministrative confermeranno che è un errore, anche a Monza” ha spiegato Berlusconi.

Uscendo dalle magagne del centrodestra, Berlusconi ha uno sguardo altrettanto lucida sulla situazione politica: “C’è una situazione di lontananza dai partiti. E’ il festival dell’antipolitica”. Berlusconi ha detto ai suo sostenitori che da qui a domenica “bisogna convincere tanti vostri cittadini ad andare alle urne” con un’azione che ha definito “missionaria”. Berlusconi ha poi confermato che il Pdl sosterrà il Governo Monti “fino a quando sarà necessario per concludere le riforme istituzionali – aggiungendo – non potremo continuare ad farlo se i provvedimenti che il Governo chiederà al parlamento saranno difformi a quello che noi riteniamo il bene del Paese”.

Più in generale “queste elezioni non hanno un valore politico per il Paese, perché c’è una grandissima percentuale di cittadini che è confusa e non sa per chi o per cosa votare” ha spiegato Berlusconi secondo cui i cittadini in questo momento si chiedono “se valga ancora la pena di votare in un momento di parentesi della democrazia e con questo Governo provvisorio dobbiamo vedere più avanti sperando che i sacrifici che abbiamo fatto dimettendoci dal Governo portino al risultato che abbiamo da sempre inseguito e che è quello del cambiamento dell’architettura istituzionale del Paese”. Sulla nuova maggioranza, Berlusconi si dice ottimsita: “Stiamo lavorando al tavolo con la sinistra per cambiare l’architettura istituzionale del Paese, e qualcosa di positivo si è fatto”. Tra i risultati positivi “per esempio che ci sia un solo ramo del Parlamento ad approvare le leggi – spiega Berlusconi – che il presidente del Consiglio possa nominare un ministro o revocarlo”. Sono, fra l’altro, “due novità molto importanti che – ha sottolineato l’ex premier – mi sembrano siano ormai decise, perché si è trovato l’accordo con la sinistra”. “Ci prenderemo la possibilità di intervenire criticamente nei confronti di ciascun provvedimento” varato dal governo Monti, ha detto Berlusconi che ha anche sottolineato come la fiducia che sui infonde ai cittadini sia “il primo fattore di sviluppo”.

“Abbiamo ritenuto – ha aggiunto Berlusconi – che la disponibilità della sinistra a sedersi al tavolo per cambiare l’architettura istituzionale fosse una opportunità da non far cadere. Lo abbiamo fatto e siamo qui a sostenere i provvedimenti di questo governo dei tecnici insieme alla sinistra”. Questo appoggio non cesserà “fino a quando sarà necessario concludere sulle riforme istituzionali”, ha aggiunto Berlusconi secondo cui “non potremo continuare ad esserlo se i provvedimento che il governo chiede al parlamento saranno difformi al bene del paese”.