Roma, 19 apr. (LaPresse) – “Si parla genericamente di crisi della politica, ma in realtà la crisi è dei partiti. Non a caso sono caduti così in basso nella stima dei cittadini”. E’ questo l’incipit di un documento che Beppe Pisanu e Lamberto Dini hanno inviato quali primi firmatari a tutti i componenti del gruppo Pdl al Senato forti della firma di altri 27 senatori pidiellini. “Guardando e ascoltando al di là del Pdl, noi avvertiamo che molti liberaldemocratici, oggi diversamente collocati nelle istituzioni e nella società civile, sono disposti ad unire le loro forze e ad avanzare, tutti insieme, una nuova proposta politica” spiegano Pisano e Dini. Tutto questo perché “da solo il Pdl non andrebbe lontano, anzi rischierebbe di arretrare ulteriormente”, di qui l’appello “alle colleghe ed ai colleghi del Senato e della Camera” per “discutere apertamente questi problemi per costruire davvero insieme una comune linea politica. In particolare chiediamo di accelerare l’iniziativa del Pdl a favore delle riforme e della legge elettorale. Il tempo stringe e rischiamo di mancarle entrambe, perdendo una storica occasione per il rinnovamento dei partiti e della stessa vita politica nazionale”. Una scelta necessaria, perché come si legge nel primo capitolo “con la nascita del Governo dei tecnici e con l’esplosione della questione morale, il sistema politico italiano si è disarticolato: il bipolarismo è saltato e i partiti procedono ora in ordine sparso, fluttuando, tra impotenza e senso di responsabilità, nel vuoto politico che essi stessi hanno creato”. Ma secondo Pisanu e Dini “i partiti sono indispensabili e perciò dobbiamo ricostruirli e metterli a disposizione dei cittadini come strumenti di partecipazione alla vita democratica. Se non li rinnovassimo, in qual modo potremmo ripresentarci alle elezioni del 2013? Col vecchio e diruto bipolarismo? O in ordine sparso, al traino del Governo Monti?”.
In questo scenario “la misura più urgente è la revisione radicale del finanziamento pubblico, percepito ormai dai cittadini come una fonte di corruzione”. Poi vengono le riforme costituzionali, “consideriamo prioritaria la calendarizzazione delle proposte elaborate dagli esperti del Pdl, del Pd e del Terzo Polo – spiega Pisanu e Dini – Essi hanno raggiunto un compromesso alto e utile. A chi si aspettava di più, ricordiamo che la politica non è il regno delle cose desiderabili, ma il luogo delle cose fattibili. Di eguale importanza ed urgenza consideriamo il progetto di una legge elettorale proporzionale ad effetto maggioritario, perché ci sembra funzionale alla ricomposizione del sistema politico”. La nuova legge elettorale, “favorendo la ricomposizione e scoraggiando la frantumazione, farebbe emergere, accanto ai due maggiori, anche due o tre partiti minori, capaci di superare una soglia di sbarramento piuttosto alta”. Nascerebbe così “un bipolarismo maturo basato su forze omogenee; non esclusivista, ma rispettoso del reale pluralismo politico che c’è nella società italiana”. Di qui l’unificazione dei liberaldemocratici che “può trovare il punto di innesco proprio nella nuova legge elettorale”. E sull’altro fronte “tra forze di origine marxista e movimenti e gruppi progressisti”.
Per il Pdl, “la via politica da seguire è nelle cose: sostegno leale e critico al programma economico del Governo Monti, impulso forte alle riforme costituzionali ed alla nuova legge elettorale. Di fatto il nostro partito ha già scelto questa via perché, a differenza della Lega Nord, si è direttamente impegnato col Governo nella lotta alla recessione e al declino generale del Paese. Secondo noi, l’azione dei nostri gruppi parlamentari è decisiva ai fini del rinnovamento. La drammatica situazione economica-sociale del Paese resta al vertice delle nostre preoccupazioni. Al Governo Monti chiediamo più coraggio nel combinare rigore e crescita, tanto sul piano interno quanto su quello internazionale. Occorre contenere la pressione fiscale e liberare risorse per l’occupazione e lo sviluppo. A questo fine è necessaria la drastica riduzione del debito pubblico anche attraverso la vendita del patrimonio non indispensabile dello Stato”. “Il Pdl può essere il motore principale di un tale processo, ma non può pretendere di guidarlo da solo – spiegano Pisanu e Dini – siamo convinti che il meglio della sua esperienza politica si salva soltanto con la partecipazione, insieme ad altri e in condizioni di pari dignità, ad un nuovo movimento liberaldemocratico, laico e cattolico, nazionale ed europeista, egualmente contrario ad ogni forma di estremismo”. Oltre ai primi firmatari, sottoscrivono il documento: Paolo Amato, Gabriele Boscetto, Valerio Carrara, Ombretta Colli, Diana De Feo, Ulisse Di Giacomo, Claudio Fazzone, Alberto Filippi, Giuseppe Firrarello, Antonio Gentile, Cosimo Latronico, Raffaele Lauro, Simonetta Licastro Scardino, Salvatore Mazzaracchio, Giuseppe Menardi, Massimo Palmizio, Andrea Pastore, Gilberto Pichetto Frattin, Maurizio Saia, Fedele Sanciu, Giacomo Santini, Giuseppe Ferruccio Saro, Ada Spadoni Urbani, Vincenzo Speziali Paolo Tancredi, Guido Viceconte, Walter Zanetta.
Non si sono fatti attendere i commenti. Fra gli altri, quello di Francesco Rutelli, presidente di Api : “Sappiamo che dopo la crisi dell’antagonismo bipolare sta affermandosi un antagonismo antipolitico che sarebbe ancora peggiore, in un momento storico in cui occorre, invece, la convergenza tra tutte le migliori forze della democrazia italiana, moderate e riformatrici, e in questo senso è importante anche l’iniziativa del senatore Pisanu”. Gianfranco Fini, presidente della Camera e leader di Fli, ha invece detto: “Il documento reso noto dal senatore Giuseppe Pisanu merita attenzione perché pone con lucidità questioni reali e auspica una possibile evoluzione positiva del sistema politico. Vedremo come sarà accolto dal Pdl cui appartengono tutti i senatori firmatari”. Per Franco frattini “se l’iniziativa di Pisanu è una proposta per creare una costituente popolare siamo nella linea di Alfano, quindi anche la mia. Se si tratta di fare un’altra cosa, allora ne vorrei sapere di più”.