Bossi e Maroni insieme a Bergamo, Senatur in lacrime

Bergamo, 10 apr. (LaPresse) – L’ex segretario federale del Carroccio Umberto Bossi è salito sul palco della Fiera di Bergamo accompagnato da Roberto Maroni. I due dirigenti della Lega sono stati accolti dai militanti, a Bergamo per partecipare alla festa dell’orgoglio padano, dall’acclamazione “Lega, Lega” e da applausi scroscianti. Con loro sul palco anche Roberto Calderoli e il presidente della provincia orobica, Ettore Pirovano il cui discorso è stato interrotto più volte del grido “Bossi, Bossi”. I militanti hanno scandito anche il nome di Maroni e hanno chiesto a più riprese la “secessione”. Alcuni hanno anche urlato di voler “bruciare la bandiera italiana”.

Il primo a intervenire è stato l’ex ministro dell’Interno Roberto Maroni che ha definito gli ultimi giorni “di passione, di dolore e di rabbia per l’onta che abbiamo subito per essere considerati un partito di corrotti”. “Sono giorni di dolore – ha aggiunto Maroni – per noi militanti e per Umberto Bossi che non si merita quello che è successo”. Maroni ha anche sottolineato che a far soffrire i militanti “sono state anche le accuse di collusione con la ‘Ndrangheta e con la mafia”. Roberto Maroni si è detto certo dell’estraneità ai fatti di Bossi e ha spiegato che “la Lega non è morta, non morirà mai”. Per quanto riguarda le ‘mele marce’ all’interno del partito, Maroni ha spiegato che se Rosy Mauro non farà un passo indietro dalla vicepresidenza del Senato “ci penseremo noi a dimetterla” e che “giovedi ci sarà il consiglio federale della Lega per l’espulsione di Belsito”. Per il futuro del partito, Maroni conferma il suo appoggio a Bossi: “Se si candiderà come segretario lo voterò. Io dalla Lega ho già avuto molto di più di quanto potevo sperare”.

Dopo Maroni è la volta di Umberto Bossi che parla ai militanti della Lega dal palco per la prima volta dopo le sue dimissioni da segretario del partito. Bossi si è detto certo che la Lega Nord sia rimasta vittima “di un complotto” e ha preso le distanze dall’ex tesoriere del partito, Francesco Belsito, spiegando: “Andai a dirgli sei matto a investire a Cipro dove investe la mafia. Poi ha cominciato a parlare al telefono” fornendo tutti i dettagli delle operazioni finanziarie, quasi sapesse di essere intercettato. Bossi ha invitato il partito all’unità e alla battaglia fino a quando la “Padania sarà libera”. Un momento di commozione quando si è trattato di parlare dei suoi figli per i quali si è detto dispiaciuto per averli fatti entrare nel partito e per non averli mandati a studiare all’estero, come ha fatto Berlusconi, “lontani dalla stampa di regime”. Poi, quasi in lacrime, Bossi ha chiesto scusa “perché i danni sono stati fatti da chi porta il mio cognome e questo mi dispiace enormemente”. Due sole parole per chiudere il discorso: “Scusatemi, scusatemi”.