La ricetta Monti per il Medio Oriente

Roma, 8 apr. (LaPresse) – Giornata pasquale in Terra Santa per il premier Mario Monti, che in medio-oriente parla e fa appelli di pace, nelle varie tappe della sua missione, tutte dal forte valore simbolico, politico, ma anche dal significato personale, con un appuntamento legato alla religiosità. Si è aperta, infatti, all’alba, con la presenza alla messa di Pasqua nella basilica del Santo Sepolcro di Gerusalemme, luogo di riferimento del Cristianesimo, la visita in Israele e nei Territori palestinesi del presidente del Consiglio Monti. Monti, arrivato in Terra Santa ieri sera dal Libano nell’ambito di un tour mediorientale che lo farà approdare anche in Egitto, ha assistito con la moglie Elsa a una funzione privata. Entusiasta il capo del governo di Roma ha detto: “E ‘un’emozione straordinaria”. Monti al Santo Sepolcro si è recato in qualità di senatore italiano, piuttosto che come un capo di governo straniero. La Chiesa del Santo Sepolcro è un’importante meta di pellegrinaggi dal quarto secolo ed è il luogo cristiano considerato più sacro al mondo.

Poi gli incontri politici di Monti, che hanno reso oggi l’Italia protagonista dello scenario diplomatico internazionale in uno dei punti più caldi del mondo, con i vertici dei governi di Israele e Palestina, fra Gerusalemme, Ramallah, in Cisgiordania, e Cesarea. Il presidente del Consiglio italiano a Ramallah ha avuto un colloquio con il presidente del’Anp, Abu Mazen.”I risultati raggiunti in Palestina sono importanti ma vanno consolidati. L’Italia e l’Europa intendono fare la loro parte. “Continueremo a lavorare insieme per una pace giusta e duratura”, ha affermato Monti nel suo intervento al termine dell’incontro con il presidente dell’autorità nazionale palestinese, Abu Mazen. “L’Italia da sempre è favorevole a una soluzione che prevede due stati, Isreaele e Palestina che convivano fianco a fianco in pace e sicurezza” ha aggiunto Monti. “Ho ribadito al presidente Abu Mazen che non vi sono alternative – ha proseguito il premier – ed una soluzione può essere raggiunta solo attraverso il negoziato”.

Anche la Palestina ha aderito all’Expo di Milano nel 2015. L’annuncio l’ha dato Mario Monti al termine dell’incontro avuto con il presidente dell’Autorità nazionale palestinese, Abu Mazen. “Ho avuto conferma della presenza della Palestina all’Expo del 2015, ciò dà ulteriore significato all’intera manifestazione” ha dichiarato il premier.Quella del negoziato è “l’unica via per avere un futuro migliore per il popolo palestinese e raggiungere la sicurezza in Israele con la sconfitta del terrorismo”, ha detto il premier italiano.”L’annuncio dell’adesione palestinese a Expo Milano 2015 è un’iniezione di fiducia per noi che siamo impegnati nella costruzione dell’Esposizione universale. Prima di tutto perché le 79 adesioni fin qui raggiunte sono la conferma che il mondo crede nel nostro progetto. In secondo luogo perché sempre di più Expo 2015 si dimostra un biglietto da visita credibile e autorevole per un Paese come l’Italia, impegnato nella marcia per riconquistare il posto che le compete nel mondo”. Così Giuseppe Sala, amministratore delegato di Expo 2015 S.p.A. commenta l’odierna adesione palestinese all’Expo milanese annunciata dal premier Mario Monti a Ramallah stamane.

Poi per Mario Monti è stata la volta dell’incontro con i vertici del governo di Israele. “Italia e Israele restano impegnati a mantenere la pace in Medio Oriente. Anche sulla vicenda siriana, abbiamo parlato con uno scambio di vedute che ha riguardato anche su altri Paesi coinvolti dall primavera araba”, ha detto il presidente del Consiglio Monti, alla fine dell’incontro con il premier israeliano Beniamjn Netanyahu. “Il programma nucleare iraniano resta una fonte di grande preoccupazione. Abbiamo appoggiato tutte le sanzioni finora decise anche sul fronte petrolifero. Questo è un segnale di vicinanza alle legittime preoccupazioni di Israele”,ha detto il presidente del Consiglio Mario Monti. “Auspichiamo positivi riscontri dai prossimi incontri con i palestinesi, per superare l’attuale stallo negoziale. L’unica opzione sono i due Paesi (Israele e Palestina, ndr), non ci sono alternative per una soluzione definitiva del conflitto”, ha affermato Monti, che ha aggiunto: “Dobbiamo evitare il riesplodere della violenza nei territori”. Per il premier Monti “E’ stata una visita di grande interesse, abbiamo trovato anche sul piano personale motivo per rivederci presto”. “Anche sulla vicenda siriana, abbiamo parlato con uno scambio di vedute che ha riguardato anche altri Paesi coinvolti dall primavera araba”, ha evidenziato il presidente del Consiglio Monti.