Città del Vaticano, 7 apr. (LaPresse) – Papa Benedetto XVI nella basilica di San Pietro per celebrare la Veglia Pasquale. Il rito della luce, dell’acqua e del fuoco, per questa veglia, con il battesimo di 8 persone.
Il Santo Padre ha paragonato la “problematica del nostro essere illuminati” alle luci delle città, che rendono invisibili le stelle del cielo. Lo strumento per vedere, finalmente la luce, è per il papa, la fede in Cristo. “Nelle cose materiali – ha detto Benedetto XVI – sappiamo e possiamo incredibilmente tanto, ma ciò che va al di là di questo, Dio e il bene, non lo riusciamo più ad individuare. Per questo è la fede, che ci mostra la luce di Dio, la vera illuminazione, essa è un’irruzione della luce di Dio nel nostro mondo, un’apertura dei nostri occhi per la vera luce”.
“La luce rende possibile la vita. Rende possibile l’incontro. Rende possibile la comunicazione. Rende possibile la conoscenza, l’accesso alla realtà, alla verità. E rendendo possibile la conoscenza, rende possibile la libertà e il progresso. Il male si nasconde. La luce pertanto è anche espressione del bene che è luminosità e crea luminosità”. Così, papa Benedetto XVI in uno dei passaggi dell’omelia della solenne veglia di Pasqua nella basilica vaticana. La Pasqua, nelle parole del Santo Padre, diventa “il giorno” in cui l’uomo è chiamato “ad operare”. E’ con la resurrezione di Cristo, infatti, che “il buio dei giorni passati” viene meno e lascia spazio all’amore, “più forte dell’odio”, alla verità “più forte della menzogna”. “Con la risurrezione di Gesù – spiega Benedetto XVI – la luce stessa è creata nuovamente. Egli ci attira tutti dietro di sé nella nuova vita della risurrezione e vince ogni forma di buio. Egli è il nuovo giorno di Dio, che vale per tutti noi”.
E’ nella veglia pasquale, “la notte della nuova creazione”, che la Chiesa “presenta il mistero della luce con un simbolo del tutto particolare e molto umile”, il cero pasquale, “una luce che vive in virtù del sacrificio”. Lo ha detto papa Benedetto XVI, in uno dei passaggi dell’omelia della solenne veglia pasquale nella basilica vaticana, spiegando come la candela, che “illumina consumando se stessa”, rappresenti “in modo meraviglioso il mistero pasquale di Cristo, che dona se stesso e così dona la grande luce”. Il fuoco, ha detto il pontefice, è come Cristo, “fiamma che brucia il male trasformando così il mondo e noi stessi”.
Sono i fedeli a costruire “la comunità della luce”. Lo ha detto papa Benedetto XVI durante l’omelia della veglia pasquale nella basilica vaticana, spiegando che è nel cero che è possibile vedere “un richiamo a noi stessi e alla nostra comunione nella comunità della Chiesa, che esiste affinché la luce di Cristo possa illuminare il mondo”.
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