Crisi, Monti: Italia meglio di Giappone

Tokyo (Giappone), 28 mar. (LaPresse) – “Il Giappone ha più problemi economici” del nostro Paese “e un particolare interesse per l’Italia”. Così il presidente del Consiglio, Mario Monti, a Tokyo dove ha incontrato il premier giapponese Yoshihiko Noda. Il Giappone, ha spiegato Monti “è stato un po’ preso di sorpresa perchè vede un sistema politico italiano che è stato meglio in grado di reagire rispetto che da loro, dove c’è stato un vorticoso turnover di primi ministri”. “Il nostro problema – aggiunto – è meno importante del loro per quanto riguarda il bilancio dello Stato. Io credo che la loro situazione fa meno notizia perché nell’Eurozona è diventata regola di vita che si rispettino determinati paletti e quando questi vengono violati c’è molto dibattito. Mentre i Paesi che non hanno al loro interno questa problematica distributiva c’è meno occasione di discutere la cosa. Il Giappone va avanti per tempi più lunghi con disavanzi ben più elevati”.

Monti ha puntualizzato però che, anche se il nostro Paese si è dimostrato più dinamico, “la crisi non può mai essere esclusa e per questo la mia tesi sempre è stata” quella di decidere “la messa in opera di un firewall adeguato. Non vediamolo come se fosse una tardiva protezione rispetto ad una crisi che speriamo ormai in uscita, ma vediamolo come elemento costitutivo di un’architettura di sostenibilità di un edificio in caso di incendi futuri, di cui non possiamo prevedere nè i motivi né la data”.

Per superare questo difficile periodo ora c’è bisogno di attirare gli investimenti dei Paesi stranieri: “Noi ne abbiamo bisogno – ha detto – e loro hanno bisogno di luoghi in cui investire. E’ chiaro che in questo momento c’è più disponibilità di capitale nei Paesi del Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa, ndr) e in Giappone che non in Europa”. Monti si è poi concesso il lusso di distribuire consigli ai giapponesi: “Il punto che ho voluto sottolineare incontrando il primo ministro giapponese Noda – ha raccontato – è quello degli sforzi per rendere più efficienti i mercati dei prodotti e dei servizi. Questo sforzo è già in corso in Italia con il pacchetto liberalizzazioni, in Europa con il programma per il mercato unico, ma lo è meno in Giappone. Così ho suggerito al premier l’ipotesi che spingendo di più sulla deregolamentazione e la rimozione di molti ostacoli al mercato unico giapponese, in particolare quello dei servizi, il Paese potrebbe trovare uno stimolo per la crescita”.

Un giusto atteggiamento, ha promesso, aiuterà il Giappone a convincere l’Ue a siglare un accordo di libero scambio: “Una maggiore attenzione all’apertura interna del mercato è qualcosa che il Giappone dovrebbe fare per la crescita e per convincere gli europei a volere l’accordo di libero scambio fra Ue e Giappone che sarebbe un fattore di sviluppo per entrambe le aree, ma che per essere tale ha bisogno di essere un vero accordo di libero scambio. Bisogna che l’accordo elimini tutte le barriere, anche quelle non tariffarie come alcune regolamentazioni di fatto protezionistiche”. “L’Italia – ha spiegato Monti – ha bisogno che non vengano frapposte barriere non tariffarie. Non ci devono essere barriere più o meno occulte”.