Cernobbio (Como), 24 mar. (LaPresse) – Il giorno seguente al varo della riforma del mercato del lavoro il presidente del Consiglio Mario Monti, davanti alla platea dei delegati di Confcommercio riuniti a Cernobbio, precisa alcuni aspetti, ringrazia il ministro del Lavoro Elsa Fornero e la sua squadra di governo. E chiarisce che non si tratta sul testo della riforma.

NO CONCERTAZIONE -“La formula ‘salvo intese’ significa ‘salvo intese fra membri del governo e capo dello Stato’. Nessuno si illuda che significhi che forze importanti che abbiamo ascoltato ma esterne possano intervenire per modificare i contenuti della riforma. E’ un processo non aperto ad altri contributi esterni”. Non lascia spazio a nessuna ipotesi di concertazione il premier Mario Monti, da Cenobbio, dove ha parlato al Forum di Confcommercio. “Nessuno pensi che” la riforma del mercato del lavoro “sia suscettibile di incursioni”. E’ l’avvertimento del presidente del Consiglio Mario Monti, lanciato nel suo discorso a Cernobbio, spiegando che la formula ‘salvo intese’ con cui è stato licenziato dal governo il disegno di legge “non è uscita per assonanza con Salva Italia, ma significa ‘salvo intese’ fra i membri del governo e il capo dello Stato”. “Poi – ha concluso Monti – è il Parlamento a decidere se farlo cadere, approvarlo in blocco o modificarlo”.

PER BERSANI SERVONO CAMBIAMENTI- Per il leader del Pd Pier Luigi Bersani, che ha partecipato a Cernobbio a un dibattito-confronto con Angelino Alfano e Roberto Maroni, al suo arrivo al Forum aveva detto: “il provvedimento” sulla riforma del lavoro “va avanti ma ci sono delle cose da correggere”. . “Ora – ha aggiunto Bersani – il disegno di legge andrà in Parlamento, dove faremo valere il nostro punto di vista”. In particolare, “ci sono cose buone” nel disegno di legge e “ci teniamo che il provvedimento vada avanti”, ribadisce Bersani, non senza ricordare che il Pd non può “accettare che per i licenziamenti di tipo economico la monetizzazione sia la sola via d’uscita”. “Quello – conclude Bersani – è un elemento basico da cui noi non ci muoviamo”..”Sono qua per rafforzare il governo e voglio che il disegno di legge sulla riforma del lavoro dove ci sono buone norme vada avanti”., ha detto il segretario del Pd indicando che ‘ci sono aspetti da cambiare nella riforma”. Ma poi c’e’ un problema per Bersani sul tema dell’art. 18. ‘Il Paese – afferma -ha bisogno di riprendere fiducia anche al suo interno” e “se si lascia una via di uscita unicamente con la monetizzazione si sa dove si inizia e non si sa dove si finisce”.Il problema del mercato del lavoro in Italia per il numero 1 del Pd “non è legato all’eccessiva rigidità in uscita ma all’eccesso di presenza di precarizzazione”.”Questa è una riforma durissima che richiederebbe piu gradualità ma che nessuno ha fatto. Non dico che dobbiamo tenerci regole che avevamo ma che dal lato dell’ingresso dobbiamo assomigliare a un modello continentale come Germania, perché non ci accostiamo li?”, ha affermato Bersani : “Son disposto – dice -a muovermi e a non stare nel vecchio, ma non mandatemi negli Usa io voglio stare in Europa.

LA CRISI NON E’ SUPERATA Il premier, nel corso del suo intervento, ha parlato anche della crisi economica dicendo: “Abbiamo già compiuto buona parte per cammino per il superamento dell’emergenza? Purtroppo no: non si risolve in 5 mesi o in un anno ciò che in anni si è creato. Teniamo basse le aspettative. Il Paese non è in una situazione brillante, una situazione in cui si possano ascoltare o fare promesse”. “A differenza degli uomini politici e delle donne politiche che siete abituati a sentire – ha puntualizzato il premier – non ho cercato questa posizione, non cerco consensi e sono stato chiamato a rimediare ai mali che da decenni affliggono il Paese”. “Non prometto a nessuno – ha dichiarato il premier – la crescita nel 2012, sono sicuro che avremo meno recessione o una più leggera crescita di quanto sarebbe avvenuto senza i duri provvedimenti, che, nei vari campi, abbiamo dovuto assumere”.

NON E’ PIU’ TEMPO DI PROMESSE – Poche promesse, ma una premessa prima di tutto da parte del premier davanti alla platea del Forum della Confcommercio, espressione di imprese e categorie. “Il mio intervento – ha detto Monti aprendo il suo intervento – sarà breve e strano. Non mi sentirete tessere le lodi di quello che sto facendo: a differenza degli uomini politici e delle donne politiche che siete abituati a sentire, non ho cercato questa posizione, non cerco consensi e sono stato chiamato a rimediare ai mali che da decenni affliggono il paese”. Monti ha anche ricordato che i politici di professione, dopo anni di occasioni di confronto con le categorie, come quelle presenti al Forum di Confcommercio, avevano troppo affinato l’abitudine ad ascoltare le categorie tanto da finire per esaudirne le aspettative”. “Quando con eccessiva modestia i politici dicono speriamo che questo governo riesca a a fare quello che la politica non è riuscita a fare in passato – ha aggiunto Monti – credo che dicano che in passato hanno troppo ascoltato le categorie. Ho preso attentissima nota dei vostri rilievi, ma non vi posso assicurare di seguirli tempestivamente”. Sempre in riferimento agli esecutivi che hanno preceduto quello tecnico, alzare le tasse per il professore che si trova a guidare l’attuale governo, è stata una scelta obbligata. “Non si poteva fare diversamente” per il presidente del Consiglio, Mario Monti, che lo ha spiegato intervenendo al Forum della Confcommercio a Cernobbio. “Più crescita e minori tasse. Sarebbe stata un’opera meno impervia se si fosse incominciato più di un anno fa, se si fosse riconosciuto che l’Italia aveva una una urgenza anzichè negarlo”, ha spiegato il premier.

IL RICONOSCIMENTO A PD, PDL e UDC – Un esplicito riconoscimento del premier Monti è andato alla maggioranza che sostiene il suo esecutivo tecnico, nonostante i recebti momenti tesi legati alle ultime fasi della riforma del mercato del lavoro approvata del governo e destinata ad approdare in Parlamento come disegno di legge, che hanno registrato su posizioni diverse il Pd sull’art.18, rispetto a Udc e Pdl. “Devo dare atto – ha affermato il premier – del grandissimo senso di responsabilità con cui le tre forze politiche che ci appoggiano stanno sostenendo questo governo, ciascuno consapevole che sta sacrificando alcuni interessi di alcune importanti categorie o anche una visione del mondo”.

BOTTA RISPOSTA MARONI – MONTI -Qualche bacchettata del professor e premier Monti è stata indirizzata a Roberto Maroni che, proprio a Cernobbio nel dibattito con Angelino Alfano e Pier Luigi Bersani, ha criticato il suo operato nel merito, pur apprezzandolo nel metodo, e che aveva detto: “Ho apprezzato molto le parole precise del presidente Monti – ha affermato Maroni – in conferenza stampa, affidando il ruolo decisivo nell’approvare la riforma al Parlamento. E’ il Parlamento che è eletto, non le parti sociali. Questo metodo l’ho apprezzato molto e riconosco all’esecutivo di aver fatto quello che io, da ministro del Welfare, al tempo delle legge Biagi della riforma del libro bianco ho cercato di fare con alterne vicende e alterni successi”. Maroni poi però dà “un voto negativo nel merito al governo, non sulla riforma dell’articolo 18 sulla quale si dice non ideologicamente contrario, purchè si applichi a tutti, compresi i dipendenti pubblici”.E Monti, da Cernobbio, in un passaggio del suo discorso davanti alla platea della Confcommercio ha risposto così al leghista Maroni: “Mi permetto di dire che non condivido quasi niente del Maroni storico e del Maroni astorico, perché non mi sembra sinceramente possibile e non credo che neanche l’onorevole Maroni ne sia convinto, che chi abbia fatto parte di posizioni di governo, svolgendo al meglio il proprio compito, creda alle cose che ha detto”. “Negli altri esponenti che hanno fatto parte di forze politiche di governo negli ultimi anni noto comunque una ricerca di ripensamento su quello che non ha funzionato, nell’onorevole Maroni non trovo niente di cio”, ha aggiunto il premier.

Roberto Maroni è rimasto “deluso” dalle parole che il presidente del Consiglio Mario Monti gli ha rivolto dal palco del Forum di Confcommercio a Cernobbio. “Ha dimostrato di essere già diventato un buon politico o un cattivo politico, dipende dai punti di vista”, ha aggiunto Maroni, definendo l’attacco del premier “una cosa sgradevole, mitigata solo dal ricordo che all’inizio mi aveva chiesto di fare il ministro dell’Interno del suo governo e io gli ho detto ‘no grazie'”. “Sono rimasto deluso – ha proseguito l’ex ministro della Lega – non tanto per l’attacco personale a me, ma perchè tutto quello che ho detto è respinto al mittente: io ho chiesto di continuare sulla strada del federalismo e ha detto no e ha detto no ad abbassare la pressione fiscale”. Maroni quindi ringrazia Monti “per la chiarezza” del suo intervento, ma il suo governo “fa l’esatto contrario di quello che vogliamo” e davanti a misure di questo tipo non resta che fare una “lotta dura senza paura come dicevo da giovane”, ha concluso Maroni.

ALFANO NON VUOLE MODICHE MONOCOLORE -“O si accetta un punto di equilibrio, o se si fanno cambiamenti queste non possono solo essere sull’art.18 e di un solo colore”. Questo il pensiero del segretario del Pdl, Angelino Alfano, sulla riforma del mercato del lavoro che ieri ha incassato l’ok del consiglio dei ministri. “Nella riforma – ha detto Alfano parlando al forum Confcommercio di Cernobbio – ci sono cose che non piacciono anche a noi”.- Dopo la riforma del mercato del lavoro il governo Monti “è più debole”. Lo ha detto il segretario Pdl, Angelino Alfano, dal palco del Forum di Confcommercio a Cernobbio. “Il testo della riforma non l’abbiamo letto perchè c’è il ‘salvo intese’ – ha spiegato Alfano – i tempi sono incerti e lo sciopero della Cgil non è stato revocato. Questa è un’operazione che penalizza il governo sulla sua capacità di decisione”. Alfano ha spiegato che “questo è un punto che dobbiamo sciogliere. Le forze che sostengono il governo giungano a un’intesa” per evitare la debolezza del governo.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata