Roma, 24 mar. (LaPresse) – E’ Rodolfo Sabelli, il pm romano dell’inchiesta sulla P3, il nuovo presidente dell’Anm (Associazione nazionale magistrati). Guiderà una giunta a due Unicost-Area. Resta all’opposizione Magistratura Indipendente. Maurizio Carbone, magistrato pugliese di Taranto, è invece il nuovo segretario dell’Anm. Ad eleggere i nuovi vertici del sindacato delle toghe è stato il ‘parlamentino’. Almeno nelle intenzioni, dovrà trattarsi di una giunta a termine, magari da rinnovare quando il quadro politico sarà cambiato, dopo le elezioni del 2013. Nulla di fatto per Cosimo Ferri, leader di Magistratura Indipendente, che, alle elezioni di febbraio, era risultato il più votato.
Tutte le questioni sul tavolo rimagono prioritarie: la responsabilità civile delle toghe, intercettazioni e corruzione. Sono queste le linee guida del mandato di Sabelli. “Per noi è centrale la questione morale: no a compromessi, no a contiguità, no a gruppi lobbistici di ogni tipo”, ha detto il neo eletto presidente nel suo intervento dopo l’elezione. “I principi a cui ispireremo la nostra azione – ha sottolineato Sabelli – sono la difesa dei valori costituzionali, l’attenzione alle condizioni di lavoro dei colleghi e a una migliore organizzazione degli uffici, la centralità della giurisdizione come magistratura che afferma attraverso i propri interventi e i propri provvedimenti la sua professionalità. Al Parlamento e al ministro della Giustizia presenteremo delle proposte per realizzare un migliore ed effettivo funzionamento del servizio giustizia: la nostra attenzione sarà massima su tutti i temi, compreso quello della responsabilità civile dei magistrati in merito al quale abbiamo già espresso la posizione dell’Associazione”. Sabelli ha voluto anche ringraziare i colleghi di Magistratura Indipendente (che hanno lasciato la sala al momento del voto) e di ‘Proposta B’ (che ha votato scheda bianca) “perché noi vogliamo rappresentare tutte le sensibilità della magistratura associata: il nostro obiettivo è quello di un’unità non solo sostanziale ma anche formale”. Per il neo segretario generale, Maurizio Carbone, “quella che siamo riusciti ad eleggere è una giunta maggioritaria, ma non per questo è una giunta debole. Dobbiamo capire perchè, nonostante tutti i tentativi fatti, non siamo riusciti ad arrivare a una giunta unitaria, ma al tempo stesso dobbiamo partire, senza se e senza ma, per portare avanti un programma forte che ha fra i suoi punti la questione morale, migliori condizioni di lavoro, recupero della questione economica, difesa della magistratura dagli attacchi esterni e interni”. Quanto alle proposte da formulare alla Guardasigilli, Carbone ha fatto notare che “la giunta precedente ha fatto cose importanti e lanciato idee significative, come la revisione delle circoscrizioni giudiziarie e il miglioramento delle condizioni di lavoro. Ma adesso bisogna anche rivedere i tempi della prescrizione, perché troppo spesso oggi non si arriva a dare la risposta di giustizia che i cittadini si attendono”. E sulla responsabilità civile delle toghe “la nostra posizione resta fortemente contraria – ha sottolineato il neo segretario generale -. Dobbiamo far capire all agente che non si tratta di corporativismo ma di difesa dell’autonomia dei magistrati rispetto all’influenza dei poteri forti”.
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