Roma, 9 mar. (LaPresse) – E’ iniziata questa mattina l’udienza pubblica davanti alla quinta sezione penale della Cassazione, per il processo che vede imputato il senatore del Pdl, Macello Dell’Utri, per concorso esterno in associazione mafiosa. I giudici della suprema corte dovranno decidere se confermare la sentenza con cui il 29 giugno 2010 la Corte d’appello di Palermo condannò il senatore a sette anni di reclusione. La sentenza potrebbe arrivare questa sera o, al più tardi, domani. Francesco Iacoviello, sostituto procuratore generale della Cassazione, ha chiesto l’annullamento con rinvio della sentenza di condanna per ‘gravi lacune’ giuridiche. In alternativa all’annullamento ha proposto che la vicenda sia trattata dalle sezioni unite penali. Quindi ha concluso chiedendo di accogliere il ricorso della difesa del senatore del Pd. “Nessun imputato deve avere più diritti degli altri ma nessun imputato deve avere meno diritti degli altri. Nel caso di Dell’Utri non è stato rispettato neppure il principio del ragionevole dubbio”, ha affermato Iacoviello che ha aggiunto: “Nel processo l’accusa non viene descritta, il dolo non è provato, precedenti giurisprudenziali non ce ne sono e non viene mai citata la sentenza Mannino della Cassazione che è un punto di riferimento imprescindibile in processi del genere”.

Dopo il sostituto procuratore generale, ha preso la parola la difesa del collaboratore di Silvio Berlusconi. Marcello Dell’Utri va assolto dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, ha affermato l’avvocato Massimo Krogh, chiedendo un annullamento senza rinvio della sentenza con cui la Corte d’appello di Palermo ha condannato il senatore. “I giudici di Palermo – ha sottolineato il legale – sono stati assediati da una Procura che, ad ogni costo, voleva provare quello che non si poteva provare e hanno finito con lo scrivere una sentenza che contiene solo acrobazie”. Finita l’arringa i giudici si sono riuniti in camera di consiglio.

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