Mills, reato prescritto per Berlusconi

Milano, 25 feb. (LaPresse) – Il processo Mills, dopo 5 anni di dibattimento, si è concluso con un proscioglimento per intervenuta prescrizione. I giudici della decima sezione penale del tribunale di Milano, confermando le previsioni della vigilia, hanno infatti valutato che se Silvio Berlusconi ha corrotto l’avvocato inglese David Mills con 600mila dollari per le sue testimonianze reticenti nei due processi All Iberian e per tangenti alla guardia di finanza, il reato troppo lontano nel tempo e quindi si estinto. Secondo il collegio composto da Francesca Vitale, Antonella Lai e Caterina Interlandi, infatti, la prescrizione è scattata tra il 15 e il 18 febbraio scorso. Evidentemente però i giudici non hanno ravvisato le condizioni per assolvere l’imputato perché, in quel caso, lo avrebbero dovuto fare con la formula più favorevole. Il pubblico ministero Fabio De Pasquale aveva chiesto 5 anni di reclusione. “Inutile commentare” è stata la sua reazione a caldo.

Insoddisfatti anche gli avvocati di Silvio Berlusconi, Niccolò Ghedini e Piero Longo, che per Berlusconi avevano chiesto l’assoluzione perchè il fatto non sussiste o per non aver commesso il fatto. “Impugno tutta la vita una sentenza così”, è stato il primo commento di Piero Longo. Poi, davanti alle telecamere di Skytg24, lasciando il tribunale i due legali hanno spiegato meglio che prima di fare ricorso intendono leggere le motivazioni della sentenza, che verranno depositate tra 90 giorni. Entrambi puntavano ad “ottenere un proscioglimento nel merito” ma “visto che siamo a Milano e l’imputato è Berlusconi, la prescrizione può essere vista come una grande vittoria”, dice Longo. “Gli avversari politici e quelli ideologici feroci sosterranno, come già hanno fatto, che questo è un fallimento della giustizia – ha aggiunto Ghedini – se sono scontenti loro, io non posso essere che contento”. Poi ha aggiunto di non potersi ritenere soddisfatto della decisione di oggi perchè “soddisfatto è una parola grossa. Noi volevamo l’assoluzione piena perché il fatto non sussiste o per non avere commesso il fatto e credo – ha concluso – che ci fossero tutte le ragioni per arrivare ad un verdetto di questo tipo”. Avvertito dai suoi avvocati, per il momento Silvio Berlusconi ha preferito non commentare questa sentenza. Il Cavaliere “ha preso atto della sentenza, ma non ha detto nulla – ha spiegato Ghedini – ci parleremo dopo”.

Anche in procura si sta valutando se ricorrere in appello. Ma, visti i 90 giorni indicati dai giudici per il deposito della motivazione e la data della prescrizione che, secondo il pm scatterebbe tra il 3 maggio e la metà di luglio, difficilmente ci sarebbe il tempo per arrivare ad una sentenza di secondo grado. Ieri anche Berlusconi aveva affidato la sua versione dei fatti ad nota. “Si tratta di uno dei tanti processi che si sono inventati a mio riguardo – aveva scritto – in totale più di cento procedimenti, più di novecento magistrati che si sono occupati di me e del mio gruppo, 588 visite della polizia giudiziaria e della guardia di finanza, 2600 udienze in quattordici anni, più di 400 milioni di euro per le parcelle di avvocati e consulenti. Dei record davvero impressionanti, di assoluto livello non mondiale ma universale, dei record di tutto il sistema solare”. Quanto alla scelta del pm De pasquale di spostare il momento in cui la coruzione sarebbe avvenuta dal 1998 al 2000, Berlusconi ha spiegato che “già tre anni fa il processo sarebbe caduto in prescrizione, se nel febbraio 2008 la procura di Milano non si fosse inventata la stupefacente tesi che il reato di presunta corruzione non si perfeziona nel momento in cui il corrotto riceve i soldi dal corruttore, ma nel momento in cui comincia a spenderli! Cioè due anni dopo, proprio in tempo per far scattare in avanti i termini della prescrizione”.