Milano, 15 feb. (LaPresse) – Cinque anni di reclusione. Questa la pena che il pm Fabio de Pasquale ha chiesto ai giudici del processo Mills per Silvio Berlusconi, accusato di corruzione in atti giudiziari. Per il rappresentante della pubblica accusa il Cavaliere è colpevole “oltre ogni ragionevole dubbio” di aver corrotto David Mills con 600mila dollari in cambio di testimonianze reticenti nei processi All Iberian e per tangenti alla guardia di finanza, celebrati negli anni Novanta. Una richiesta a cui si sono aggiunte le istanze dell’avvocato dello Stato Gabriella Vanadia, secondo cui Berlusconi e David Mills devono risarcire la presidenza del Consiglio con 250 mila euro per danni morali e d’immagine.

L’arringa del pm De Pasquale ha occupato buona parte della mattinata, che il pm ha impiegato per ripercorrere i passaggi chiave della testimonianza di David Mills prima di sottolineare come la difesa di Berlusconi sia “obsoleta” e “basata su carte false”. I legali del Cavaliere, aiutati dalla consulenza fiscale di Claudia Tavernari, per De pasquale hanno solo cercato di dimostrare che i 600mila dollari al centro del processo provengono “dall’armatore Diego Attanasio e non da Berlusconi” attraverso una serie di “cortine fumogene” e “una fittizia sequenza” di documenti. Una tesi che De Pasquale non ha esitato a definire “risibile” e che ha cercato di smontare punto per punto.

Un passaggio fondamentale della requisitoria è stato dedicato alla prescrizione che secondo De pasquale scatterà tra il 3 maggio e la metà di luglio 2012. Il calcolo tiene conto delle sospensioni che il processo ha subito per via del Lodo Alfano e di tutte le occasioni in cui la difesa Berlusconi ha invocato il legittimo impedimento per i molti impegni istituzionali che affollavano l’agenda dell’ex premier. La variazione dipende dal momento in cui si considera commesso il reato: se si ritiene valida la data dell’11 novembre 1999, indicata nella sentenza di Cassazione, allora il reato si estingue il 3 maggio prossimo. Se invece si considera commessa il 29 febbraio del 2000, allora la corruzione si prescriverà solo a luglio.

Al termine della mattinata, la parola è passata alla difesa. L’avvocato Niccolò Ghedini ha ribadito come il ‘taglio’ dei testi operato dai giudici che si occupano del caso Mills abbia ha danneggiato il diritto di difesa, poi ha analizzato i cambiamenti del capo di imputazione operati nel procedimento per poi passare a riassumere brevemente le tappe e le sentenze dei processi All Iberian e per tangenti alla Guardia di Finanza per i quali Berlusconi avrebbe pagato Mills. Secondo Ghedini, Mills non può aver “aggiustato” le sue testimonianze in favore di Berlusconi perché proprio in seguito alle dichiarazioni del legale inglese l’ex premier venne condannato in primo grado in entrambi i processi. L’avvocato di Berlusconi ha poi proseguito la sua esposizione ricostruendo tutte le dichiarazioni rese a verbale in vari momenti da Mills e ha preannunciato che la sua arringa proseguirà nell’udienza del 25 febbraio prossimo e prenderà ancora 3 ore a cui seguiranno 40 minuti di esposizione del professor Piero Longo.

A quel punto il collegio presieduto da Francesca Vitale, se nel frattempo non sarà stato ricusato (la decisione della Corte d’appello è attesa entro il 23 febbraio), si ritirerà in camera di consiglio per emettere la sentenza di primo grado. Al termine dell’udienza, Ghedini ha definito “infondata” la richiesta di 5 anni di reclusione formulata questa mattina dal pm Fabio De Pasquale. “Auspico – ha concluso il legale – che il tribunale voglia assolvere Berlusconi”.

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