Roma, 13 feb. (LaPresse) – “Le primarie hanno una loro logica. Quando si fa la scelta di partecipare con più di un candidato del Pd è chiaro che si accettano gli esiti con serenità. Adesso ventre a terra, lavoriamo per vincere con Doria”. Così il leader del Pd, Pier Luigi Bersani, a margine di un incontro a Montecitorio con il presidente della Repubblica Federale Tedesca, Christian Wulff, interviene sull’esito delle primarie di Genova, vinte da Marco Doria di Sel, col 46% di preferenze contro le due candidate del Pd, il sindaco uscente Marta Vincenzi (Pd), ferma al 27,5%, e la senatrice Roberta Pinotti (Pd), al 23,6%.
Non nasconde la sua soddisfazione il presidente della Puglia, Nichi Vendola: “Non ha vinto un partito, bensì una domanda di rinnovamento. Doria è il risultato della sobrietà, del rigore intellettuale, della capacità di ascolto, della civiltà del dialogo, dell’investigazione sociale. Si può rimanere sorpresi se le persone decidono di farsi amministrare da chi è portatore di queste caratteristiche?”.
Affida a Twitter tutta la sua amarezza la Vincenzi, che secondo molti paga lo scotto della gestione dell’alluvione a Genova, durante la quale era stata accusata da buona parte dell’opinione pubblica di non aver fatto abbastanza per la città. E mentre Doria annuncia che a fare la differenza è stato “il modo diverso con cui ci siamo rivolti ai cittadini, che hanno bisogno di una politica diversa di quella a cui sono abituati”, il sindaco uscente cinguetta di sentirsi come Ipazia, la matematica e filosofa uccisa dai monaci cristiani, anche se, concede, “a lei è andata peggio”. “Ora bisogna ricominciare – scrive Vincenzi -. Il rischio di una città che muore e non vuole riconoscerlo è lì”, cioè “nel voto a Doria come voto anticasta. Viva i predicatori. Nel non riconoscere l’onesta fatica del riformismo vero. Nell’agitarsi dei gruppi di potere dentro e a fianco del Pd. Dovevo dargli una mazzata subito invece di aspettare che si rassegnassero”.
E ancora via Twitter arrivano i commenti da parte del sindaco di Firenze, il ‘rottamatore’ Matteo Renzi. “Se il candidato del Pd perde alle primarie – scrive – non vanno cambiate le regole, va cambiato il candidato”.