Roma, 8 feb. (LaPresse) – “Certamente in ambito elettorale ci presenteremo con una coalizione che speriamo possa essere ampia, vasta e che possa portarci al successo”. Lo dice il segretario del Popolo della Libertà, Angelino Alfano, in un’intervista al Corriere della sera, all’indomani dell’incontro ieri tra Pdl e Pd sulla riforma elettorale. “Crediamo – spiega Alfano – che i cittadini debbano sapere in anticipo da chi saranno governati, perchè questa è una grande conquista dalla quale non vogliamo tornare indietro”. Per Alfano è necessario “restituire ai cittadini il diritto di scelta del loro parlamentare, ma senza eliminare la possibilità di scegliere il premier, o il saldo finale sarebbe negativo”. Diversi gli obiettivi da conseguire secondo il leader del Pdl: “Per cominciare – afferma Alfano – la riduzione del numero dei parlamentari, senza perdite di tempo e già a partire dalla prossima legislatura. Poi sicuramente una legge elettorale che stabilisca un rapporto più diretto tra eletti ed elettori”.

Al sistema della preferenze Alfano preferisce “i collegi”, poi “sul sistema quel che conta è arrivare a un consolidamento del bipolarismo con un meccanismo elettorale che metta il cittadino nelle condizioni di scegliere parlamentare e premier, senza totem né tabù e senza dover necessariamente copiare sistemi altrui” e “serve uno sbarramento molto alto”. Alfano sottolinea: “Siamo disponibili alla collaborazione tra le principali forze del Paese per fare alcune riforme di iniziativa parlamentare in questa legislatura e sotto questo governo”. Governissimo? Per Alfano “questa è più un’aspirazione di Casini che una volontà del Pdl”. E – aggiunge il segretario del Pdl- “mi pare di capire, del Pd”, riferendosi sempre all’ipotesi della grande coalizione. “Non abbiamo alcun accordo con il Partito democratico”, evidenzia Alfano.

Sulla riforma elettorale Alfano sostiene che “se da un lato si pensa di limitare il premio di maggioranza per rendere più effettiva la corrispondenza con i voti presi, dall’altro non si può frammentare in modo esasperato il Parlamento, pena “l’ingovernabilità del Paese”. Le altre iniziative di riforma profilate dal segretario Pdl sono: “un ripensamento del finanziamento pubblico ai partiti, con modalità all’americana, e comunque rendendo in qualche modo anche i cittadini partecipi qualora rimanga la componente del finanziamento pubblico. Il tutto in una modernizzazione dell’architettura dello Stato, con riforme costituzionali che se vengono fatte con i due terzi e avviate già prima delle amministrative, possono vedere la luce prima ancora delle prossime elezioni, in modo tale che il Parlamento possa lasciare un segno importante in questa fase dei tecnici”.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata