Milano, 27 gen. (LaPresse) – Momenti di tensione nel corso dell’udienza del processo Ruby che vede Silvio Berlusconi imputato per concussione e prostituzione minorile. Il presidente del collegio, Giulia Turri, redarguisce il difensore di Berlusconi, l’avvocato Giorgio Perroni, sostituto processuale di Niccolò Ghedini e Piero Longo, quando cerca di avvicinarsi ad un teste. L’avvocato, che non avrebbe potuto lasciare il banco della difesa, cerca di controllare un documento che il teste ha tra le mani. Il giudice Turri, però, lo ferma e definisce il suo gesto “scomposto”. Termine che fa infuriare Perroni. “Presidente lei deve trattare gli avvocati con rispetto – dice rivolto alla Turri – io non mi sto affatto muovendo in modo scomposto”. Poi chiede che l’episodio sia verbalizzato.
All’avvio dell’udienza c’erano stati altri momenti di agitazione quando i difensori del Cavaliere, Niccolò Ghedini e Piero Longo, si erano tolti la toga e avevano abbandonato l’aula per protesta, dopo che il tribunale non aveva accettato le loro richieste riguardo al calendario delle prossime udienze. La difesa Berlusconi aveva chiesto di annullare l’udienza di lunedì 30 gennaio perchè il Cavaliere lo stesso giorno dovrà comparire davanti al gup per l’udienza preliminare del procedimento relativo all’intercettazione tra Piero Fassino e Giovanni Consorte durante il tentativo di scalata di Unipol a Bnl. I due avvocati hanno domandato di saltare anche la data del 10 febbraio, perchè saranno impegnati a preparare l’arringa difensiva per il processo Mills da pronunciare il giorno successivo. Il collegio presieduto dalla Turri non ha voluto affrontare subito la questione e si è limitato a dire che avrebbero affrontato la questione al termine dell’udienza.
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