Milano, 26 gen. (LaPresse) – Battute finali per il processo Mills. Dopo una lunga giornata, il collegio presieduto da Francesca Vitale ha deciso con un’ordinanaza di tagliare i tre testi Flavio Briatore, Livio Girone e Paolo Marcucci chiamati a deporre dalla difesa di Silvio Berlusconi. La decisione è arrivata al termine di un’udienza, la quarta consecutiva, dedicata all’avvocato inglese David Mills, che in videoconferenza da Londra, ha risposto alle domande degli avvocati di Berlusconi, Niccolò Ghedini e Piero Longo. Il giudice Vitale ha motivato la sua decisione facendo appello alla “ragionevole durata del processo” e parlando dell’imminente prescrizione del caso Mills, che dovrebbe scattare tra il 14 e il 18 febbraio (accusa e difesa non concordano sul conteggio).

L’udienza del 31 gennaio sarà dedicata a Silvio Berlusconi, che secondo i suoi legali è intenzionato a rendere dichiarazioni spontanee, e alla consulente tecnica della difesa Claudia Tavernari.

La data successiva è il 3 febbraio e sarà dedicata alle eventuali conclusioni della Tavernari. Il pomeriggio, invece, sarà occupato dall’ultima parte della deposizione di Mills, a cui la difesa Berlusconi deve ancora porre alcune domande. Il 6 febbraio sarà sentito l’armatore napoletano Diego Attanasio e l’11 febbraio, dopo le requisitorie di accusa e difesa, la corte dovrebbe ritirarsi in camera di consiglio e arrivare ad una sentenza.

E proprio per via dell’imminente prescrizione, nel corso della giornata ci sono stati momenti di tensione tra i difensori di Berlusconi, il pm Fabio De Pasquale e la presidente Vitale. Ghedini, poco prima dell’interuzione per il pranzo, aveva accusato il giudice di “guardare l’orologio e non i contenuti” delle sue domande per Mills rispondendo a Vitale che aveva sottolineato “l’irrelevanza” di alcuni quesiti posti dal legale del Cavaliere.”C’è insofferenza nei confronti di questa difesa – ha detto Ghedini, facendo riferimento all’imminente prescrizione del processo – il senso del lavoro di un avvocato è poter difendere l’imputato non con l’orologio davanti. Voi avete un orologio davanti”. Accuse rispedite al mittente dal presidente Vitale: “Non guardo all’orologio, ma ai contenuti – ha detto -. Esiste un potere del presidente di contenere le domande se sono irrilevanti e superflue”.

Nel pomeriggio a parlare di prescrizione era stato anche il pm De Pasquale. “Se questo processo si dovesse concludere prima della sentenza sarebbe un disastro e io non sono affatto tranquillo”, aveva detto prima che i giudici, sollecitati da accusa e difesa a decidere l’ordine delle prove da acquisire, si ritirassero in camera di consiglio per circa un’ora prima di decidere di tagliare tre testimoni della difesa e rispettare il calendario delle udienze concordato in precedenza. Longo e Ghedini, che devono terminare di sentire Mills il 3 febbraio, avevano infatti chiesto di poter ascoltare Silvio Berlusconi e gli altri testi della difesa in una data successiva. Il pm aveva invece insistito perchè il calendario fosse rispettato.

Inutili le proteste dei legali del premier secondo cui “un’inversione mentre si sente un testimone non si è mai vista”. Mills oggi ha ripercorso, leggendo anche un memorandum, tutti i passaggi che lo avevano portato ad entrare in possesso dei 600mila dollari che, per l’accusa, gli sarebbero stati regalati da Berlusconi in cambio di due testimonianze favorevoli nei processi All Iberian e per tangenti alla guardia di finanza. L’avvocato inglese ha ribadito che quei soldi erano invece un compenso dell’armatore partenopeo Diego Attanasio per alcune prestazioni prosessionali. Per sottrarre la somma al fisco inglese Mills aveva raccontato, anche ai magistrati italiani, che quella somma gli era stata data dal manager Fininvest, poi defunto, Carlo Bernasconi. Proprio la collaborazione con la procura di Milano avrebbe fatto sì che Mills fosse considerato dai manager di Fininvst come “un traditore”.

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