Lavoro, Monti: No a tabù su articolo 18

Roma, 22 gen. (LaPresse) – “Sono contrario a trattative che presentino al momento di arrivo al tavolo dei tabù”. Lo ha detto il presidente del Consiglio Mario Monti ospite su La7, rispondendo a una domanda di Lucia Annunziata sulla sua posizione sull’articolo 18. “Domattina – aveva detto poco prima – iniziamo un negoziato serio con sindacati e forze sociali. Non mi sento di dire in anticipo dove arriveremo”. Gli obiettivi dell’esecutivo, ha precisato, sono la semplificazione del mercato del lavoro, con la riduzione delle segmentazioni, e l’attenzione ai giovani.

La riforma del lavoro, ha spiegato, serve ad aumentare la competitività dei prodotti italiani sui mercati internazionale e farà il paio con le liberalizzazioni. Tra la riforma del lavoro e il decreto sulle liberalizzazioni, ha detto, “c’è un legame perchè l’Italia non sta sul mercato internazionale soprattutto per i prezzi”. Occorre intervenire, ha spiegato Monti, su infrastrutture, costo dei fattori di produzione ed efficienza della burocrazia. “Aver portato in porto – ha continuato – il decreto legge su concorrenza e infrastrutture e avere la settimana prossima quello sulle semplificazioni vuol dire che la condizione delle imprese è destinata a migliorare perchè risparmieranno sui costi. Più riusciamo ad agire su queste cose, più possiamo evitare di intervenire sul lavoro. Però attenzione: in parte va fatto comunque”.

Sull’ipotesi di porre la fiducia sul decreto liberalizzazioni Monti non si è sbottonato: “Non so se la porremo o no ma ne abbiamo molta di fiducia sul fatto che il Parlamento possa apprezzare questo provvedimento”.

Il premier ha risposto anche alle accuse di conflitti di interesse: “Alcuni ministri hanno lasciato posizioni di prestigio durevoli per salire su questa barchetta che ora sembra marci abbastanza, ma all’inizio non si sapeva neanche se sarebbe stata varata”, ha detto riferendosi a Corrado Passera. Le accuse su questo fronte all’esecutivo, ha proseguito Monti, “mi disturbano profondamente per loro questa concezione nebulosa del conflitto di interesse. Se qualcuno dei miei ministri porta un conflitto di interesse sarò io a chiedergli di dimettersi”. Monti aveva prima precisato che lui stesso in passato ha ricoperto incarichi professionali che comportano la difesa di certi interessi dei quali però si è completamente spogliato una volta lasciate quelle posizioni, a maggior ragione da quando è diventato primo ministro.