Monti: Chi evade condanna suoi figli

Roma, 18 gen. (LaPresse) – Liberalizzazioni, bene comune, senso dello Stato e importanza del ruolo della Santa Sede nell’offrire “coraggio” e “speranza” per superare la crisi etica ed economica. Il presidente del Consiglio, Mario Monti, ha affidato a una lunga intervista a Radio Vaticana un’analisi a tutto tondo dell’attuale situazione sociale ed economica, con un occhio di riguardo al ruolo dei cattolici nella vita del Paese. Ma è sulla questione dell’evasione fiscale e delle azioni messe in atto dal governo per prevenirla che il premier non risparmia i giudizi e spiega che “chi oggi evade” il fisco “offre ai propri figli un pane avvelenato”, forse “qualche euro in più”, “ma li renderà cittadini di un Paese non vivibile”. “Non bisogna avere nessuna paura – ha detto Monti – ma la certezza che chi non rispetta la legge non resterà nell’ombra”. E di nuove generazioni Monti ha parlato anche in relazione al debito dell’Italia, “un fardello” che ciascuno si porta sulle spalle dalla nascita e che non deve più “gravare” su di loro. Il premier poi rassicura: quella del governo “è un’azione – ha detto – che non è certo ispirata a mire di vessazione o di accanimento”.

Dal 2012 il lavoro dell’esecutivo dimostrerà, per il presidente del Consiglio, che “alcuni, molti cosiddetti soliti ignoti diventeranno presto soggetti noti dal punto di vista fiscale”. “Un primo segno è già contenuto nel Decreto Salva Italia: si è prevista una clausola di favore per l’Imu a seconda del numero di figli – spiega Monti – in tempo di crisi, e più in generale entro la cornice dell’equità, vale quanto affermava Giuseppe Toniolo: ‘Chi più può, più deve; chi meno può, più riceve'”. Alla base del progetto del governo c’è per Monti la necessità di riaffermare “il senso dello Stato” che si misura “sulla volontà e sulla coerenza di ciascuno di tradurre la coscienza e il sentimento per la democrazia in regola di vita, esigente per se stessi e solidale per gli altri”.

Un “bene comune” che per il premier deve essere perseguito perché “ogni soggetto, individuale e collettivo, privato e pubblico, è chiamato ad essere migliore, in ogni ruolo – piccolo o grande – che assuma. Essere credibili cosa significa? Io credo che significhi soprattutto anteporre il bene comune a ogni interesse di parte. Il senso dello Stato si misura sulla volontà e sulla coerenza di ciascuno di tradurre la coscienza e il sentimento per la democrazia in regola di vita, esigente per se stessi e solidale per gli altri”.