Roma, 14 gen. (LaPresse) – Per Fabrizio Cicchitto, capogruppo Pdl alla Camera dei deputati, “la diminuzione del rating all’Italia alla Francia all’Austria ed altri Paesi conferma alcune cose che il Pdl ha detto in questo periodo: in primo luogo che sull’azione delle società di rating – alcune delle quali stanno chiaramente lavorando contro l’Europa,mettendo di volta in volta nel mirino uno po’ più Paesi – bisogna avanzare le più forti riserve: esse smentiscono le interpretazioni subalterne che per tutta una fase sono state prevalenti in Italia per alcune ragioni di faziosità politica interna e confessano che è in atto, nel mondo e in Europa, una autentica guerra finanziaria senza esclusione di colpi”. “In secondo luogo- dice Cicchitto è evidente che il centro della crisi è nel rapporto Usa-Europa e all’interno dell’Europa e non riguarda solo l’Italia. Il sostegno acritico che la sinistra in Italia ha dato alla Merkel e a Sarkozy, che agivano non solo contro Berlusconi, ma contro l’Italia in quanto tale, è stato smentito clamorosamente da ciò che è avvenuto dalla formazione del governo Monti a oggi. A questo punto, invece, occorre rivendicare un mutamento profondo nella linea dell’euro perché è fallita la politica imposta dalla Merkel col concorso subalterno dell’ineffabile Sarkozy”. “Se non si mette riparo ai danni fatti al sistema bancario dall’Eba- prosegue Cicchitto – se non si aumentano le risorse al fondo salva-Stati, se non si modifica il carattere ultrarigorista dell’art 4 del Trattato, se la Bce non assume il ruolo di prestatrice di ultima istanza e non sostiene solo le banche ma anche i titoli di stato,se non decollano gli eurobond, insomma se non cambia la linea deflazionista paradossalmenbte messa in atto durante una fase recessiva e se non si da’ all’euro un retroterra di strumenti politici, bancari, finanziari e anche istituzionali,noi potremo continuare a fare manovre su manovre (siamo a circa 300miliardi di euro) senza riuscire a riportare la situazione in equilibrio e anzi strangolando la nostra economia reale”. “Ieri – sottolinea Cicchitto – abbiamo detto al presidente Monti che sosteniamo liberalizzazoni degne di questo nome, incisive sullo smantellamento degli autentici colli di bottiglia,fatte con un metodo simile a quello adottato per la riforma del mercato del lavoro. Appoggeremo Monti anche nel confronto sull’Europa a condizione che non ci sia subalterbnità alla Germania e alla Francia e che ci sia un impegno per la crescita. E’indispensabile che in questo quadro il governo tenga conto dei rapporti di forza in Parlamento perché in caso diverso li faremmo comunque valere”. “Infine – conclude Cicchitto – è vero che l’articolo 18 non deve rientrare nelle liberalizzazioni ma perché esso invece rientra nel parallelo confronto sulla riforma del mercarto del lavoro:in quell’ambito noi riteniamo che esso debba esser affrontato nel senso del cambiamento anche per fare i conti con l’Europa e con le esigenze reali delle nostre imprese e dell’occupazione”.

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