Roma, 11 gen. (LaPresse) – La decisione sull’ammissibilità dei quesiti referendari, che doveva essere presa oggi dalla Corte costituzionale, è stata rinviata a domani. La Consulta, infatti, ha sospeso la camera di consiglio per riprendere l’esame della questione domattina, a partire dalle 9.30.
Cresce così l’attesa per la questione. I quesiti chiedono l’abolizione della legge elettorale definita ‘Porcellum’. Se il referendum dovesse superare il vaglio della Corte, ci sarà il nulla osta per andare alle urne in primavera. I quesiti proposti sono due: il primo è sull’abrogazione completa della legge Calderoli del 2005, il cosiddetto ‘Porcellum’ che modificò le precedenti norme elettorali per Camera e Senato. Secondo i promotori, con la cancellazione dell’ultima legge tornerebbe automaticamente in vigore quella precedente, il cosiddetto ‘Mattarellum’ del 1993, che prevede l’assegnazione del 75% dei seggi col sistema uninominale maggioritario e del restante 25% col proporzionale di lista.
Il secondo quesito propone invece l’abrogazione solo di alcune parti della legge Calderoli, ma il risultato, pur attraverso una strategia diversa, è il medesimo: il ritorno alla legge Mattarella. Naturalmente, se la Corte ammettesse uno dei due quesiti respingerebbe l’altro e viceversa, dato che il primo comprende di fatto il secondo. Se la Corte costituzionale desse il via libera al referendum, i cittadini sarebbero chiamati a votare tra il 15 aprile e il 15 giugno, come prevede la Costituzione, salvo l’approvazione di una nuova legge elettorale da parte del Parlamento.