Roma, 10 gen. (LaPresse) – La giunta per le Autorizzazioni della Camera ha votato ‘sì’ all’arresto del deputato del Pdl, Nicola Cosentino, richiesto dalla procura della repubblica di Napoli. Undici deputati si sono espressi a favore della misura cautelare. Cosentino aveva presentato una memoria ai membri della giunta, sostenendo che il tribunale del riesame di Napoli ha ingaggiato una “battaglia politica” nei suoi confronti. “Il tribunale del riesame di Napoli – si legge nel documento – ha prodotto un provvedimento che legittima il dubbio circa la funzionalità alla effettuazione di una vera battaglia politica nei miei confronti. Per certi versi testimoniata già dalla bizzarra ed inusuale iniziativa di trasmettere al Parlamento, ‘d’ufficio’, il provvedimento a me sfavorevole”.
“In sostanza – spiega ancora Cosentino – il tribunale del riesame ha, ancora una volta, estromesso gli elementi a me favorevoli semplicemente evitando di menzionarli”. La giunta alle 16 sarà chiamata a votare in merito alla richiesta di arresto per il politico del Pdl arrivata dalla procura di Napoli.
“Essere deputato al Parlamento Italiano diventa l’elemento per ritenere sussistente la pericolosità sociale”, ha spiegato in una integrazione alla memoria. Il fumus persecutionis, ha spiegato il coordinatore campano del Pdl, “emerge, poi, se si legge la parte (in verità assai sintetica) relativa alle esigenze cautelari, ove sostanzialmente si afferma che le necessità cautelari – quelle per le quali dovrebbe essere necessario il carcere – sono la potenza economica della mia famiglia e – quel che è più grave – il mio ruolo di parlamentare della Repubblica. insomma, l’essere deputato al Parlamento Italiano diventa, ancora una volta, l’elemento per ritenere sussistente la pericolosità sociale”.
Nell’integrazione alla sua memoria difensiva, Cosentino sottolinea come tale aspetto sia stato un campanello d’allarme per i deputati che nel 2009 si erano espressi contro il suo arresto, richiesto una prima volta dal Gip del Tribunale di Napoli (sia Giunta che Aula certificarono l’esistenza del fumus persecutionis) e aggiunge che la nuova richiesta di esecuzione del provvedimento cautelare nei suoi confronti ha la finalità di “aggirare il precedente diniego ed ottenere oggi – in riferimento ad una situazione processuale assolutamente grottesca per la sua inconsistenza indiziaria – ciò che per effetto del voto del Parlamento Sovrano non si riuscì ad ottenere nell’inverno 2009/2010”.