Governo Monti oltre politica monetaria

Roma, 29 dic. (LaPresse) – Il governo di Mario Monti va oltre “le politiche monetarie”. Lo ha sottolineato il presidente del Consiglio nella sua conferenza stampa di fine anno, ribadendo anche che questo esecutivo “tecnico”, parola che il premier giudica “orribile”, in agenda ha appuntamenti importanti. Come la visita a Tripoli il 21 gennaio, “per riattivare il trattato di amicizia con la Libia”, e decisioni pesanti da prendere come avallare l’embargo dei greggio iraniano, con l’obiettivo di fermare “l’avanzamento del programma nucleare”. Non solo spread, crisi dell’Eurozona e misure per la crescita, quindi, ma, fra le altre cose, anche una particolare attenzione al mondo della stampa su cui “non c’è alcun desiderio di persecuzione e di aggravamento dei loro problemi, ma il desiderio di valorizzare la fondamentale attività di informazione e di attività critica”. Quei tagli all’editoria, spiega Monti, sono “cosa difficile, ma necessaria”. “I contributi – dice – verranno mantenuti, ma stiamo lavorando per avere dei criteri obiettivi, il più possibile persuasivi, per scegliere, selezionare ciò che da un punto di vista generale ci sembrerà più meritevole del contributo”.

Due ore e mezza di conferenza stampa, 31 domande e un Monti paziente che ha lasciato spazio anche a battute dal tipico humor inglese che lo contraddistingue. E proprio gli italiani hanno riservato al presidente del Consiglio la più grossa sorpresa. “Sulla carta- afferma il premier – il tasso di popolarità di questo Governo dovrebbe essere zero, per cui sono parecchio sorpreso quando scopro che è di molto sopra lo zero”. Questo esecutivo piace ai concittadini, a cui lo stesso governo “ha chiesto duri sacrifici”. Sulla durata del mandato Monti confida che i partiti che lo sostengono continueranno a farlo e spera di portare dalla sua parte l’Idv “non per inseguire un appoggio numericamente non essenziale, ma perchè alcuni temi posti sono essenziali”.

Con garbo e humor sottile, Monti non ha mancato di marcare la distanza con il predecessore Berlusconi, evitando i toni enfatici per esprimere ottimismo sulla situazione economica: quando il Cavaliere parlava di “bagno di ottimismo” negando di fatto la crisi, ricorda con forte sottolineatura il professore, furono poi necessarie altre cinque manovre, di cui una sola intestata a lui. Lo stesso trattamento viene riservato ai “vertici del tunnel”, questione liquidata con “sono fatti per portare l’Italia fuori dal tunnel”.

L’Italia ce la farà, ne è sicuro Mario Monti, come è sicuro che questo governo non rinnoverà l’esperienza politica. A chi durante la conferenza stampa gli chiede se si augurasse di rimanere in politica al termine del suo mandato, il premier risponde così: “Spero che quest’ultima cosa che lei ha detto non la intenda come un augurio vista la circostanza. Nel quale caso la ringrazierei molto e declinerei l’augurio”. Più cauto invece quando parla dei suoi ministri: “Non ho la minima idea – dice Monti – se qualcuno pensi o no di candidarsi alle elezioni, credo che la loro mente non lavori a questo, sarei molto, ma molto sorpreso se i rappresentanti della politica vera nutrissero anche marginalmente preoccupazione per questo, ma per quanto io percepisco non c’è nulla di questo tipo”.