Roma, 20 dic. (LaPresse) – “La data limite” per il governo “è già segnata dal termine naturale della legislatura”. Così il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, intervenendo al Quirinale in occasione della cerimonia per lo scambio di auguri di Natale e Capodanno tra le alte cariche dello Stato. “Aver dato fiducia a questo governo – ha proseguito – è stato segno di consapevolezza dell’estrema difficoltà del momento: è, per i partiti che lo hanno deciso, titolo di merito, non motivo di imbarazzo. L’ampiezza e la continuità del sostegno allo sforzo appena avviato, è ciò che più rafforza e può rafforzare la credibilità dell’Italia”. “Abbiamo bisogno della straordinaria convergenza parlamentare appena avviatasi ma anche, successivamente, di un più sereno confronto tra forze protagoniste di una rinnovata democrazia dell’alternanza”, ha specificato il capo dello Stato, secondo il quale “con il decreto in via d’approvazione in parlamento si pongono difese e premesse: ma la strada è lunga, e in salita. Possiamo farcela solo, non mi stanco di ripeterlo, attraverso un grande sforzo collettivo, una grande mobilitazione morale, civile, sociale”.
“Non lasceremo turbare questa coesione – ha detto ancora Napolitano – che non significa peraltro appiattimento e compressione delle diversità, dal virus della violenza, in qualsiasi sua manifestazione, da quella dell’ignobile intolleranza razziale a quella dell’infiltrazione con intenti eversivi e distruttivi nella pacifica protesta politica e sociale, fino all’estremo di nuovi rigurgiti terroristici. La vigilanza e la fermezza, non solo dei vertici dello Stato, dovranno essere risolute e costanti”. Napolitano ha anche parlato dell’ex premier Silvio Berlusconi: “Il presidente del Consiglio, prendendo atto di una situazione cosi’ critica, dopo l’esito negativo di una votazione significativa in parlamento, si è risolto, con senso di responsabilità, a rassegnare le dimissioni. La maggioranza di governo scaturita dal voto del 2008 era stata già da tempo segnata da una rottura pubblica e aveva visto via via ridursi la sua coesione”.
Circa il nuovo governo, il capo dello Stato ha detto: “La via obbligata da percorrere era quella di affidare la formazione di un nuovo governo a una personalità rimasta sempre estranea alla mischia politica, già sperimentata in funzioni di governo esercitate correttamente, per riconoscimento bipartisan, nell’arco di dieci anni a livello europeo, e dotata di indubbia autorevolezza internazionale. Di qui l’incarico al senatore professor Mario Monti”. Napolitano ha sottolineato il suo dovere nel cercare di evitare il voto: “Il tentativo di evitare un immediato scioglimento delle Camere e ricorso alle urne, viste le ricadute dirompenti che ciò avrebbe potuto avere per il nostro Paese nel burrascoso contesto dell’eurozona, visto cioè l’incombere sull’Italia di un catastrofico aggravarsi della crisi finanziaria, era un mio preciso dovere istituzionale. La lunga irriducibile contrapposizione, al limite dell’incomunicabilità, determinatasi tra gli schieramenti di maggioranza e di opposizione, ha reso impraticabile ogni ipotesi di larga coalizione di governo, come il presidente incaricato (Monti ndr) ha potuto ben presto constatare”. Napolitano ha concluso il suo discorso durante la cerimonia pre-natalizia, definando la manovra come “il contributo che offriamo alla causa della salvezza dell’euro”.
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