Roma, 13 dic. (LaPresse) – “Non occorrevano dei professori per fare questa manovra? Parole sacrosante. Non ho mai voluto un governo tecnico, altri l’hanno voluto”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Mario Monti, durante il suo intervento alle Commissioni Bilancio e Finanze della Camera, rispondendo alle critiche di un deputato. “Non occorrevano professori – ha continuato – per queste misure? Ma allora perchè non le avete fatte voi? Perchè il sistema bipolare ad alto tasso di conflitto imponeva che se uno voleva una cosa gli altri la bloccavano. Eravate bloccati. Se no non saremmo arrivati noi, non ci avreste chiamati. Spero torni presto il tempo in cui non avrete più bisogno di professori e tecnici, in cui voi eletti sappiate guardare abbastanza lontano per fare le cose che servono. A noi è toccato di parlare il linguaggio della verità e vi assicuro che questo è quello che faremo fino all’ultimo giorno”.
Detto questo, ha sottolineato, “non vogliamo prenderci il merito di questa manovra, perchè il merito di averla corretta e resa equilibrata è tutto vostro e del vostro lavoro” e “vi ringrazio molto per questo. Devo dire che dopo questo dibattito sono molto fiducioso sul nostro futuro”. “Quando abbiamo incoraggiato l’uso di espressioni come ‘salva-italia’” in riferimento alla manovra “credo che abbiamo fatto da specchio alla realtà, ha difeso il provvedimento. “Vorrei sottolineare – ha detto Monti – alcune caratteristiche del decreto non sufficientemente sottolineate, forse per nostra carenza: la natura strutturale, l’equilibrio qualitativo e gli elementi di equità distributiva anche tra le generazioni”. “Il blocco dell’indicizzazione – ha spiegato, a titolo di esempio – non riguarderà gran parte dei pensionati e verrà compensato dal sacrificio richiesto a coloro che hanno rimpatriato fiscali attraverso il cosiddetto scudo fiscale”.
“Il Governo – ha proseguito il premier – non vuole promuovere un fisco repressivo”, anzi con le nuove misure “il fisco diventa amico”. Monti ha definito “luoghi comuni” le critiche secondo cui a pagare anche questa volta sono i soliti noti: “Pur facendo una manovra in due settimane – ha detto – abbiamo identificato nuova materia imponibile che non sono i soliti noti, sono nuovi noti”. Con serietà e prudenza, ha puntualizzato Monti, il Governo non ha contabilizzato subito il risultato della lotta all’evasione. In passato, ha evidenziato, “non sempre ci si è attenuti a questa prassi”, anzi “si è talora largheggiato di ottimismo contabile segnalando i risultati attesi di meccanismi anti-evasione”.
Il premier ha dedicato poi alla questione della patrimoniale un lungo passaggio del suo discorso: “Non sfugge a nessuno – ha detto – la grande differenza tra tassare i patrimoni e tassare i redditi che sono prodotti, il che disincentiva gli sforzi produttivi”, aggiungendo che “non è stato possibile passare a una tassazione della ricchezza familiare per ragioni tecniche decisive”. “Farlo oggi – ha spiegato Monti – per compiacere alcune parti politiche che avrebbero gradito l’annuncio avrebbe avuto il duplice effetto negativo di non produrre un gettito e di incoraggiare uscite di capitali dal Paese perchè avremmo abbaiato ma non morso”.
E poi, ha sottolineato, “non vediamo ragioni per accanirsi contro la ricchezza finanziaria, ma neanche ragioni per le quali dovrebbe essere premiata”. Con le tasse sulle imbarcazioni e sugli altri elementi che indicano un alto tenore di vita, invece, ha rivendicato, “abbiamo introdotto l’imposta patrimoniale possibile e fattibile, cosa alla qualche finora nessun altro si era avvicinato”.

